La passerella è inagibile, limitate le visite al Padule di Fucecchio

L’associazione: “Un tentativo di depotenziare il centro da chi negli ultimi 5 anni ha gestito le politiche ambientali regionali”

“Informiamo le cittadine e i cittadini che è stata interdetta per ragioni di sicurezza la passerella che conduce all’osservatorio faunistico delle Morette, unica postazione presente nella riserva naturale del Padule di Fucecchio liberamente accessibile al pubblico e attrezzata per l’osservazione della fauna da congrua distanza. La passerella di legno, che consente l’ingresso all’osservatorio, non è più praticabile ed è stata transennata. Un fatto del genere non era mai accaduto da 23 anni a questa parte, da quando cioè il ‘Casotto del Biagiotti’ è stato ristrutturato e adibito alla funzione che ha attualmente”. A dirlo è l’associazione Amici del Padule di Fucecchio, che da anni cerca con i mezzi che ha di mantenere l’area quanto più decorosa possibile. Ma, dopo l’ennesima passerella pericolante che di fatto impedisce alcuni percorsi nelle visite organizzate, lo sfogo era inevitabile. “Per la prima volta non c’è possibilità di visitare l’area protetta” hanno detto i volontari, che poi si sono scagliati contro la politica regionale alludendo a un “tentativo di depotenziamento del centro di ricerca”.

“La passerella – hanno spiegato dall’associazione -, realizzata una quindicina di anni fa, richiede un intervento di rifacimento per la messa in sicurezza che non può e non deve essere effettuato dalle volontarie e dai volontari della nostra associazione, che, coordinati dal personale del Centro, hanno garantito la manutenzione fino a che è stato possibile con i mezzi a loro disposizione. Le passerelle che consentono di raggiungere gli osservatori faunistici dell’area Righetti (l’altra parte di proprietà pubblica dell’area protetta) sono impraticabili da più tempo, tanto che le visite sono state sospese da oltre un anno.

L’accesso al Centro visite di Castelmartini, che offre accoglienza all’ampio numero di visitatori e visitatrici, è reso possibile soltanto grazie agli interventi di manutenzione dei volontari, che anche questa estate hanno sostituito una quindicina di tavole della rampa di legno che conduce al Centro. L’intero edificio soffre di una mancata manutenzione straordinaria che la nostra Associazione non è certo deputata ad effettuare. Questo è il quadro desolante delle strutture della riserva naturale, bene comune di interesse sovranazionale”.

“Degno di nota – hanno continuato gli Amici del Padule di Fucecchio – è il fatto che il Consorzio di bonifica, che ha appaltato lavori per cinque milioni di euro di denaro pubblico (per ‘Interventi di salvaguardia del Padule di Fucecchio’ come si legge nei cartelli), non abbia trovato le poche migliaia di euro necessarie per ricostruire le passerelle e consentire in tal modo la ripresa delle visite nella riserva naturale. Ma ciò che davvero sconcerta è la pervicacia (forse dettata da logiche di potere e di consenso) mostrata da chi ha gestito le politiche ambientali a livello regionale negli ultimi cinque anni, nel tentativo di depotenziare il centro di ricerca e ignorare la peculiare esperienza di coloro che hanno ricevuto unanimi apprezzamenti per il modo con cui hanno operato per la conservazione della biodiversità.

Ovviamente, se le amministrazioni pubbliche dichiareranno di voler provvedere in tempi brevi – ma soprattutto se lo faranno davvero – noi ne saremo felici: resta il fatto che si poteva e si doveva evitare di arrivare a tanto. Anche in questa situazione, comprensibilmente per noi piuttosto imbarazzante (di fatto per la prima volta non esiste alcuna possibilità di visita dell’area protetta), continueremo, al centro visite di Castelmartini, quel servizio pubblico di orientamento dei visitatori e delle visitatrici che da tanti anni svolgiamo gratuitamente e con passione ogni fine settimana.

Confidiamo nel fatto che la nuova amministrazione regionale voglia garantire alla riserva naturale del Padule di Fucecchio una gestione attenta e unitaria, basata su adeguate competenze tecnico-scientifiche e che abbia realmente come priorità la protezione della flora e della fauna presenti nel nostro territorio.

Noi, comunque vadano le cose, non abbiamo intenzione di abbandonare questa vertenza, perché la nostra mission è prenderci cura di quest’area e offrire supporto a chi lo fa con competenza: i tempi stanno cambiando e nel nostro percorso non ci sentiamo affatto isolati”.

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