Accogliere, anche i docenti: un protocollo comune per tutte le scuole di Castelfranco

Il dirigente Sodini: "L'organico stabile è poco ma gestire il movimento può diventare qualcosa di positivo"

Accogliere è un conto, sentirsi accolto, a volte, è un po’ diverso. Per fare della scuola un luogo accogliente anche per i nuovi insegnanti, l’istituto comprensivo Leonardo Da Vinci di Castelfranco di Sotto ha previsto un protocollo che, tra l’altro, prevede una specie di tutor, un docente di riferimento in ogni plesso, che possa raccontare le peculiarità della scuola ai nuovi docenti e possa aiutarli a inserirsi in modo più facile nella didattica, nelle classi e nel gruppo scuola in generale.

Perché se a volte ci è capitato di notare difficoltà di inserimento tra i nuovi alunni, quasi mai si pensa agli insegnanti che arrivano in un ambiente nuovo, con dinamiche e abitudini proprie, nelle quali riuscire a inserirsi alla svelta è garanzia di qualità della vita scolastica e del lavoro per sé e la classe.

Una cosa questa che il nuovo dirigente Sandro Sodini, fino allo scorso anno ancora dietro la cattedra, ha preso a cuore, tanto che, insieme al collegio docenti, ha previsto persino una funzione strumentale (un docente che si occupa di un particolare settore): Ersilia Scuotto ha preparato il protocollo insieme alla commissione. Un protocollo che si chiude con una massima di Confucio: “Saggezza e buonsenso si ottengono in 3 modi: con la riflessione che è la cosa più nobile, con l’imitazione, con l’esperienza” e aggiunge che la più amara di tutte è l’esperienza, “solo se non è guidata – spiega Sodini -. Così, invece, l’esperienza del nuovo docente arrivato non sarà amara“.

Un protocollo unico per tutto l’istituto, che mandi anche un “segnale di unità tra tutti i plessi che ci deve essere, perché la Scuola è questo, è unità e deve dare un segnale di unità anche nella gestione perché l’istituto scolastico è uno, non ha un centro né una periferia. Pur se in realtà diverse, che devono tenere conto, come si fa con un valore aggiunto, delle differenze, ma sempre in un percorso di condivisione comune per ogni nuovo arrivo, anche del personale docente”.

Perché negli istituti di Castelfranco, come avviene in genere per quelli lontani dai grandi centri, la mobilità degli insegnanti è alta e i ragazzi si trovano spesso a cambiare insegnante anche ogni anno. “In questa scuola ci si muove molto, l’organico stabile è poco ma gestire il movimento può diventare qualcosa di positivo, da perfezionare di continuo certo, così da creare un clima accogliente che ospita e che sia capace di far fare squadra anche ai nuovi docenti”.

Una cosa buona nell’ottica della conoscenza di sé e degli altri, che in qualche modo prepara all’adattamento richiesto alle superiori o all’università, dove l’autonomia dello studente è fondamentale e l’apprendimento è slegato dall’affezione all’insegnante. Ma di certo toglie un po’ di continuità alla didattica, che invece il protocollo comune tenta di ripristinare.

Così anche le persone assunte a tempo determinato possono usufruire di un percorso e di azioni facilitanti, che le mettano in tempi brevi a loro agio con la nuova realtà. Anche perché spesso, la supplente, pur annuale, arriva all’ultimo, entra in corsa, con mille cose da fare e preparare affinché il nuovo anno scolastico inizi con meno intoppi possibile.

“Con questo protocollo – spiega il dirigente – in ogni plesso c’è un responsabile che presenta la scuola, il sistema informatico, i docenti, gli alunni, le attività programmate, gli impegni e segue il nuovo arrivato anche nell’organizzazione pratica”, così che nessuno possa sentirsi solo o nuovo.

 

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