Tartufai al lavoro, ma solo se l’attività è professionale

Il grazie alla Regione dell'Associazione Tartufai delle Colline Sanminiatesi

“Ringraziamo la Regione Toscana, in particolare il presidente Eugenio Giani e l’assessore all’Agricoltura e Foreste Stefania Saccardi, per avere accolto la richiesta di spostamento dei tartufai fuori del comune di residenza (qui). Riteniamo che il provvedimento sia importante per sostenere nel complesso il sistema tartufo, già provato dall’annullamento di fiere ed eventi e con i ristoranti chiusi se non per l’asporto”. Lo ha detto l’Associazione Tartufai delle Colline Sanminiatesi, numericamente la più grande in Toscana e in Italia, attraverso il presidente Renato Battini.

Nonostante la Toscana sia in zona arancione, è infatti consentito ai tartufai che svolgono attività professionale (con partita Iva o avendo pagato il contributo regionale dedicato) oltrepassare i confini comunali.

“Gli spostamenti – spiega infatti l’ordinanza regionale – sono consentiti esclusivamente nel caso di raccolta dei tartufi svolta a titolo professionale da coloro che sono in possesso del tesserino di raccoglitore, sono in regola con il pagamento della tassa regionale, sono titolari di partita Iva specifica o del versamento dell’F24 per sostituto di imposta entro i 7mila euro”. Lo stesso provvedimento vale per la raccolta dei funghi: può farla al momento solo chi svolge regolare attività professionale.

Un provvedimento utile a consentire la carenza di rifornimento di prodotto, quindi impedire rialzi di prezzo e, come già abbiamo visto in questo tempo di pandemia, logiche che avvantaggiano i raccoglitori “furbi” rispetto alla stragrande maggioranza che rispetta le regole. “Per quanto ci riguarda direttamente come associazione – aggiunge il presidente – sarà possibile per gli associati la fruizione delle tartufaie in nostra gestione che si trovano nei comuni di San Miniato, Palaia, Castelfiorentino e Montaione e non solo per i residenti, fruizione non solo per la raccolta ma anche per l’esecuzione degli interventi di miglioramento.

A maggior ragione senza questa chiave interpretativa avremmo ulteriormente compromesso una stagione di raccolta non partita benissimo e che per normativa regionale chiude il 31 dicembre, viste le misure in vigore di contenimento della pandemia almeno fino al 3 dicembre prossimo. Questo impone anche una riflessione sul calendario di raccolta del tartufo bianco pregiato per il quale, insieme alle associazioni della Toscana, ci stiamo battendo ai fini di un prolungamento al mese di gennaio, da sancire nel contesto della prevista revisione della normativa regionale.

Infine una ultima osservazione positiva sul provvedimento, in un momento così cruciale della vita del nostro paese, in merito ai requisiti che devono essere posseduti dal tartufaio. Riteniamo vadano in direzione del contenimento del virus, che rappresenta un obiettivo primario, facendo in modo che restino nel proprio ambito comunale solo i cercatori da ritenere hobbisti, ovvero quelli che lo cercano per consumo familiare e che sulla carta rappresentano la stragrande maggioranza, tutelando allo stesso tempo quella parte di tartufai che si è regolarizzata dal punto di vista fiscale in funzione di incrementare il proprio reddito”.

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