Centri diurni, Ausl: “Rimborso nei prossimi giorni a Casa Verde” foto

E sui costi ammissibili precisa: "Le norme di riferimento non aiutano a trovare una risposta univoca ma abbiamo già coperto i costi per struttura e servizi"

“Relativamente al centro diurno Casa Verde di San Miniato, l’azienda sanitaria Toscana centro precisa che ha ricevuto da qualche giorno la rendicontazione completa delle spese per i servizi erogati durante questi mesi e che nei prossimi giorni provvederà al relativo rimborso”. La precisazione dell’azienda arriva dopo l’appello che i centri, Stella Maris compreso, hanno lanciato nei giorni scorsi (qui).

L’Ausl Toscana Centro rassicura: “Prosegue – spiega – il nostro impegno a fianco di tutti centri diurni di riabilitazione e residenza per disabili del territori aziendali che sono stati chiusi per circa tre mesi a seguito di specifici provvedimenti governativi durante il lockdown. In tale periodo queste strutture non hanno erogato servizi a favore dell’azienda sanitaria se non per un limitato numero di prestazioni a distanza dove è stato possibile. Ciò ha comportato inevitabilmente una forte riduzione delle entrate dei centri di riabilitazione che, come molte altre strutture produttive del Paese, si sono ritrovate a dover continuare a pagare i costi delle proprie strutture con un contestuale drammatico abbattimento del fatturato.

Per fronteggiare questa situazione, il legislatore ha provveduto ad emanare una serie di specifiche norme, peraltro più volte rimaneggiate e non sempre del tutto chiare, al fine di prevedere un contributo straordinario da erogare al settore durante la sospensione delle attività (marzo-giugno) per ristorare i cosiddetti costi incomprimibili e quelli sostenuti per il mantenimento della struttura nel periodo del lockdown. L’azienda sanitaria ha provveduto quindi a stilare un elenco puntuale delle spese che, una volta rendicontate, saranno rimborsate alle strutture sanitarie. Quest’ultime chiedono però di integrare tale elenco anche con i costi relativi al personale, in quanto, secondo loro, si tratta di costi da considerarsi incomprimibili. In considerazione della eccezionalità e discrezionalità dell’argomento e tenuto conto che le norme di riferimento non aiutano a trovare una risposta univoca, l’azienda sanitaria ha chiesto quindi chiarimenti agli uffici regionali competenti”.

Nonostante questo, ci tiene a precisare l’Azienda sanitaria Toscana centro “abbiamo già riconosciuto alle strutture eroganti il controvalore delle prestazioni erogate a distanza durante la chiusura nell’importo del 75% della relativa tariffa regionale. Tale percentuale risulta peraltro sufficientemente capiente per coprire tutti i costi che la struttura ha necessitato per la produzione dei relativi servizi. L’Asl mantiene alta l’attenzione verso queste tematiche, consapevole del grande contributo messo a disposizione per soggetti fragili, considerando la rilevanza sociale, l’importanza e il ruolo che tutti i professionisti del settore svolgono implementando e valorizzando il servizio sanitario”.

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