Morto in conceria, Cgil: “Non si pensi la ripartenza su una strada di morti sul lavoro”

L'assessore regionale: "Ogni infortunio è una sconfitta per la comunità tutta". Il cordoglio di Cna Pisa e Mazzeo

“Non ci stancheremo mai di ripetere che è proprio la politica del risparmio a tutti i costi la madre di tutte le sciagure”. Dopo l’incidente mortale sul lavoro successo ieri 1 febbraio in una conceria di Castelfranco di Sotto (qui), lo dicono la Cgil e la Cgil Fillea della provincia di Pisa che chiedono “di investire nel lavoro di qualità perché non si pensi a una ripartenza su una strada costellata di morti sul lavoro“.

Il sindacato vuole esprimere “il dolore e la vicinanza alla famiglia e ai colleghi del lavoratore deceduto” ma anche sottolineare che “la frammentazione del lavoro nella miriade di piccoli e grandi appalti produce lavoro fragile perché mal pagato, poco tutelato e poco formato soprattutto in ambito di sicurezza. E’, invece, la strada della sicurezza che va perseguita sempre nell’interesse di tutti”.

Con il tragico incidente di ieri, spiegano, “siamo al secondo incidente mortale avvenuto in poco tempo nelle ditte esterne che lavorano nella manutenzione per le concerie della zona del cuoio. Ma come accade sempre in questi momenti, accanto al dolore emerge la rabbia per le mancate misure di sicurezza che in ogni procedura, soprattutto quando si tratta di lavori in elevazione, vanno garantite per sé e per gli altri. Piccole ditte, spesso a conduzione familiare, operano per le concerie spesso all’impronta e senza strumenti adeguati, in fretta e furia e con la parola d’ordine del risparmio”.

Cna

“Ogni morte sul lavoro provoca sempre un dolore particolare e un senso di sconcerto” ha sottolineato Roberto Marzini, presidente Cna Cuoio. “Non si può – ha aggiunto – e non si deve morire per lavoro. Eppure accade e anche ieri è accaduto a un artigiano, un lavoratore autonomo. Il nostro profondo e sincero cordoglio va alla famiglia, ai soci e alle persone vicine a Salvatore Vetere vittima del mortale incidente. Come associazione di categoria ci sentiamo particolarmente coinvolti in eventi tragici come questo.

Spesso, anzi troppo spesso, accadono tragedie come questa senza che si possa trovare un motivo o una causa, se non la sottovalutazione di pericoli per i quali spesso, sono proprio le condizioni di stress, di fretta, di disattenzione che gravano sui lavoratori, ciò che li determina. Sono condizioni sempre inaccettabili, nelle quali ci si trova poi ad operare nel pericolo e in carenza di sicurezza. Questo non dovrebbe mai accadere e come associazione sappiamo bene che la sicurezza, l’incolumità di tutte le persone che lavorano, sono la condizione imprescindibile per poter lavorare: il lavoro serve per vivere, non per morire. Per questo non trascureremo mai di promuovere la cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro, sperando che questo serva a salvare quante più vite umane possibili”.

L’assessore Bezzini

Quello che ha ucciso Vetere, purtroppo, non è l’unico incidente mortale sul lavoro in Toscana degli ultimi giorni. “I tre incidenti mortali – commenta l’assessore alla sanità della Toscana Simone Bezzini – che si sono verificati in così poco tempo nella nostra Regione ci addolorano e ci invitano a una riflessione seria e approfondita sui sistemi di sicurezza nei luoghi di lavoro. La Regione Toscana ha fatto importanti investimenti nel settore della prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro, a partire da progetti di prevenzione e controllo e corsi di formazione, mirata e costante, per le imprese.

I servizi Prevenzione Igiene e Sicurezza dei Luoghi di Lavoro delle nostre Asl sono costantemente impegnati nel far rispettare le norme e l’applicazione delle procedure di sicurezza, ma si deve fare ancora di più e serve un impegno comune per lavorare insieme, con ancora più determinazione, per evitare il ripetersi di tali tragedie. Addolora apprendere di eventi di questa portata. Siamo vicini alle famiglie, che vengono private, in modo inaspettato e tragico, dell’affetto dei loro cari. Ogni infortunio, ogni decesso per motivi di lavoro, è una sconfitta per la comunità tutta”.

Il presidente del consiglio Mazzeo

“Tre morti sul lavoro in pochi giorni non sono un evento causato dalla malasorte, ma il sintomo che c’è un sistema che va cambiato” per il presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo. “Prima il rider travolto sotto la pioggia da un’auto, poi l’operaio e oggi un ragazzo schiacciato da una pressa: siamo di fronte a una strage che non va più nascosta o sottovalutata.

Anche nell’anno che ha visto una contrazione delle ore lavorate a causa della pandemia, nella nostra regione registriamo oltre 5 morti bianche. Significa che ogni settimana c’è una persona che esce di casa per andare al lavoro e non ne fa ritorno perché muore svolgendo la propria occupazione. Penso che occorra uno scatto in avanti da parte di tutti: istituzioni, imprese, sindacati.

Servono certamente più controlli e quindi più ispettori, ma occorre che la sicurezza, diritto inalienabile di ogni lavoratore, diventi effettiva e per riuscirci dobbiamo porre in primo piano il tema della qualità del lavoro, il rispetto delle regole e dei contratti. Perché dove i diritti non sono rispettati, non viene garantita nemmeno la sicurezza minima”.

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