“Siamo stanchi, fateci lavorare”, i commercianti del Cuoio chiedono un incontro urgente con Giani

I rappresentanti dei centri commerciali naturali: "Le micro zone rosse non servono se i clienti vanno a fare acquisti nelle zone arancioni"

Stanchi di non avere certezze, stanchi di provvedimenti che non funzionano.Questo il succo della riunione tra i presidenti dei Centri commerciali naturali del comprensorio del cuoio, che si è tenuta a Ponte a Egola di San Miniato nel pomeriggio di ieri (12 aprile). Le istanze di più di cento commercianti sono state scritte su carta per chiedere un incontro con il presidente della Regione Eugenio Giani e a firmarle sono stati i presidenti Laura Bilanceri del Ccn di Santa Croce, Benedetta Pantani del Ccn Fucecchio, Pierfranco Speranza del Ccn San Miniato Basso, Benino Muscolo del Ccn Egola, Bernardo Carannante del Ccn di San Romano, Edi Gori del Ccn Centro Storico di San Miniato e Gilberto Giovacchini dell’associazione Noi di Viale Italia di Castelfranco.

L’incontro è stato utile per trovare una sinergia dei centri commerciali naturali, tra i veri connettori delle comunità dei borghi del cuore della Toscana. Le istanze sono le stesse di settimane e mesi fa. Nei negozi di vicinato non ci si contagia se ci sono le restrizioni necessarie, per cui la richiesta è quella di tornare a lavorare.

L’istituzione delle micro zone rosse, secondo gli esercenti, ha peggiorato la situazione per i negozianti. Chi non può comprare nel proprio comune o andare dal proprio parrucchiere o estetista, si sposta nei territori di confine, dove sussiste la zona arancione. Non possiamo aspettare sabato prossimo quando forse la zona rossa finirà secondo l’annuncio di Giani, rischia di essere comunque troppo tardi.

I Ccn sono disponibili a collaborare con le istituzioni ma chiedono rispetto per il loro lavoro, serve un compromesso per non far morire molte attività. “Il lavoro è progettualità, cosa che non è stata vista in queste settimane – hanno detto -. I commercianti vengono a sapere solo il giorno prima quale sarà la loro riapertura. Questo vuol dire non avere rispetto nei confronti di chi lavora. Per questi motivi viene chiesto un tavolo di confronto urgente con il presidente Giani, dove i rappresentanti delle attività, ormai stremate, possano fare presenti le loro istanze”.

In conclusione, il messaggio e la richiesta dei commercianti è questa: “Le micro zone intaccano l’economia locale senza il beneficio di diminuire i flussi di persone e di conseguenza i contagi. Creano solo confusione. Dateci la possibilità di fare il nostro lavoro nelle regole, anche nuove, in base alla situazione che viviamo di giorno in giorno. Dateci regole diverse alle quali attenersi, non colori diversi”.

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