Inchiesta Keu, la richiesta: “Vogliamo una mappatura puntuale dei siti coinvolti”

La denuncia rilanciata durante un incontro al circolo Arci "Il Botteghino"

“Chiediamo da mesi i dati per una mappatura puntuale dei siti coinvolti nello scandalo, ma i comuni non rispondono, nemmeno di fronte alle firme dei cittadini”. Questa la denuncia emersa in occasione di un incontro pubblico dedicato al caso Santa Croce, organizzato al circolo Arci “Il Botteghino” martedì sera in collaborazione con Rifondazione Comunista, al quale hanno partecipato Donatella Salcioli di Legambiente Valdera, l’avvocato e attivista ambientale Luca Scarselli dell’Unione Inquilini, Samuela Marconcini dell’Assemblea permanente “No Keu” di Empoli e Leonardo Becheri, della segreteria regionale del Prc.

Sullo sfondo la richiesta, lanciata a colpi di firme da una petizione di Rifondazione a Pontedera, ma anche a suon di mail certificate da Legambiente in tutti i comuni della provincia, di fare chiarezza sulla mappatura completa dei siti coinvolti. “Abbiamo chiesto al comune, ormai mesi fa, se le aziende coinvolte nell’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, Lerose srl di Pontedera, Kyterion srl e Cantini Mario Srl, avessero lavorato negli ultimi anni in cantieri pubblici – ha detto Daniele Marella, segretario cittadino del Prc. – Ma non abbiamo ricevuto risposta. Presto passeremo ai solleciti”. Alterne fortune per Legambiente. “Ci hanno risposto in pochi: Bientina, Calcinaia, Palaia, Vicopisano, Calci, Pomarance e Montecatini VdC, dicendoci che non li hanno fra i fornitori – ha spiegato Donatella Salcioli, che ha avuto modo di fare un lungo approfondimento sullo scandalo fanghi in Valdera. – Santa Croce dice che è tutto in mano alla magistratura e non possono dire niente. Immagino che, seguendo questa filosofia, dovremo aspettare tutti e tre i gradi di giudizio, una decina d’anni o più. Tutto questo in una regione in cui fanghi, depurazione e smaltimento rifiuti finiscono da tempo nelle cronache giudiziarie, e dove i politici coinvolti, se pure possono avvalersi della presunzione di innocenza, dovrebbero già essere valutati quantomeno politicamente, anche alla luce di quanto emerso dalle tante intercettazioni”.

“Il 10 settembre la Regione ha annunciato la presentazione del piano delle bonifiche, ma noi guardiamo ai fatti: sappiamo che entro fine anno ci saranno solo i piani e neppure per tutti i siti – ha dichiarato Scarselli. – Non possiamo affidarci alle sole intercettazioni e ai 10 siti scoperti subito nel corso delle indagini. Come non possiamo più affidarci alla filosofia che ha guidato la politica e l’impresa in questi anni ogni volta che scoppiava uno scandalo, della serie “per ora tutto bene”. La verità è che Santa Croce da troppo tempo è al centro di guai giudiziari: lo scandalo che travolse il depuratore di Ponte a Cappiano, l’inchiesta Blue Mais, le interdittive antimafia dello scorso anno, le inchieste Demetra e Vello d’Oro”.

Bonifiche che in molti, fra Empoli e Castelfiorentino, aspettano con apprensione lungo la strada regionale 429. “Anche da noi, nessuno degli 11 comuni a cui avevamo scritto risponde – ha detto Marconcini. – Solo Arpat ci ha mandato poche righe che ci hanno spiazzato: almeno dal 2018 segnalavano alle autorità che qualcosa in quel Keu non andava, ed emergeva dalle analisi e dalle prove di cessione fatte su alcuni campioni. Quel materiale, spacciato per anni come il non plus ultra dell’economia circolare, la chiusura del cerchio del ciclo produttivo della concia, aveva concentrazioni non idonee di alcune sostanze. Oggi qualcuno ci dice che gli imprenditori di Santa Croce non sono tutti uguali e noi ci crediamo, ma di fronte ad anni di inchieste è doveroso porsi la questione di quanto quell’industria sia effettivamente sostenibile. Stare zitti in nome del lavoro non basta più. Comprando un giacchetto di pelle oggi io penserei a tutto questo, come viene da chiedersi a cosa pensassero i consiglieri regionali Alessandra Nardini, Antonio Mazzeo, Enrico Sostegni e Andrea Pieroni quando firmavano quel famoso emendamento finito nell’inchiesta, che allentava i controlli ambientali sui processi di depurazione”.

Di qui una serie di proposte, promosse da tempo da Rifondazione Comunista a livello regionale. “Serve con urgenza un osservatorio regionale sui servizi pubblici ed i beni comuni, che veda comitati e cittadini protagonisti di un controllo che la politica non esercita – ha infine proposto Becheri. – Lo dimostrano gli indagati, che specialmente sul fronte politico sono attualmente quasi tutti al loro posto, come lo richiede la futura riflessione sul piano dei rifiuti, del quale in consiglio non si parla ormai da anni, preferendo il sistema delle proroghe ai controlli”. Parole d’ordine alle quali Rifondazione fa seguire anche altre proposte, come l’apertura di una campagna di ripubblicizzazione dei servizi, l’inserimento della cultura della legalità e del contrasto al crimine organizzato fra le finalità dello statuto regionale e degli statuti comunali, la costruzione di una proposta di legge regionale dove si estenda a tutte le persone giuridiche pubbliche e private che ricevono finanziamenti per le loro attività il divieto di finanziamento privato alla politica (e ai politici), una revisione ed un potenziamento del ruolo di Arpat e dei ruoli ispettivi dell’Autorità nazionale anticorruzione, una legge sull’incompatibilità di incarichi amministrativi di vertice e dirigenziali (secondo definizione civilistica) per periodi superiori a cinque anni e molto altro.

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