Montopoli, il sindaco dopo il Consiglio rovente: “Un clima non consono nell’assise”

Capecchi contro la minoranza che è uscita dall'aula: "Comportamenti più adatti a un dibattito da osteria che a una seduta consiliare"

Un consiglio comunale insolito e movimentato a Montopoli, che nel merito e nel metodo ha lasciato perplesso il sindaco e l’intero gruppo di maggioranza.

“Siamo meravigliati di ciò che è accaduto ieri sera – hanno commentato il sindaco Giovanni Capecchi e il capogruppo di  maggioranza Paolo Moretti -. Ci sono stati da parte di alcuni consiglieri di minoranza atteggiamenti e modi di fare non consoni alla sede istituzionale, con urla, schiamazzi e mancato rispetto dei tempi di  risposta. A questo si aggiunge l’insolita uscita dall’aula dei consiglieri di minoranza in occasione della votazione di una mozione presentata proprio da una delle liste di opposizione. Atteggiamenti di questo tipo vanno a scapito della chiarezza del dibattito e quindi della capacità di comprensione e informazione dei cittadini. Comportamenti più adatti a un dibattito da osteria che a una seduta consiliare”.

Una situazione resa ancora più complessa del fatto che a Montopoli, come in tutti i Comuni sotto i 15mila abitanti, il Consiglio comunale è presieduto dal sindaco. “Non è facile presiedere l’aula con questo clima – continua il sindaco – dovendo io contemporaneamente provvedere a intervenire nel merito delle questioni, rispondere alle sollecitazioni e alle singole osservazioni e al contempo dirigere la seduta invitando al rispetto delle regole”.

La seduta di ieri si è accesa particolarmente in occasione della discussione di due interrogazioni in merito alla vicenda della chiusura del plesso scolastico di Marti a cui hanno dato risposta il sindaco e l’assessore Alessandro Varallo.

“Dato che una di queste due interrogazioni – afferma il sindaco – cioè quella presentata dal gruppo Montopoli per il cambiamento è stata utilizzata in realtà come pretesto per muovere un’accusa all’assessora Cristina Scali chiedendone le dimissioni sulla base di un presunto conflitto d’interesse. Un attacco pretestuoso, gratuito e personale a un amministratore e alla sua famiglia. Ribadisco quanto detto pubblicamente: in questo caso non sussiste conflitto d’interesse in quanto questa amministrazione non ha mai conferito incarichi al professionista menzionato dall’interrogazione e legato da vincolo di parentela con l’assessora. Se qualcuno ritiene che ci siano profili da approfondire da un punto di vista legale invitiamo a fare ricorso alle metodologie opportune; altrimenti si smetta di fare illazioni infondate e accuse scomposte”.

Durante la seduta – si legge nella nota del comune – è stato chiarito sia dal sindaco che dall’assessore Varallo che l’incarico a cui fa riferimento l’interrogazione presentata dal gruppo Montopoli per il cambiamento “è una rimodulazione di un incarico assegnato nel 2002, ben prima che si insediasse la giunta Capecchi. Tutto è avvenuto all’insegna della legittimità, liceità e trasparenza”.

Per quel che riguarda invece la chiusura della scuola primaria di Marti, l’assessore ai lavori pubblici Alessandro Varallo ha risposto alle interrogazioni facendo il punto della situazione: “Da sempre l’amministrazione – ha sottolineato Varallo – ha come obiettivo il mantenimento della scuola primaria di Marti. Con una delibera di giunta è stato approvato lo studio di fattibilità ed è stato richiesto un contributo di 400mila euro alla Regione Toscana. Nel frattempo è stato disposto un incarico per la redazione de progetto definitivo per la scuola per una più esatta definizione dei lavori da svolgere e degli importi dell’intervento”.

Sulla scuola, ha spiegato il sindaco, “Giova ricostruire una volta per tutte la corretta successione degli eventi. Giovedì 30 settembre ho ricevuto in forma verbale dalla responsabile dell’ufficio tecnico la notizia di possibili criticità che avrebbero potuto portare alla chiusura del plesso scolastico. La sera ho anticipato la notizia al consiglio comunale, firmando l’ordinanza di chiusura alle 13,22 del 1 ottobre, chiedendo il testo della relazione tecnica di cui conoscevo sommariamente il contenuto. Sabato 2 abbiamo organizzato un incontro con i genitori al campo sportivo: tutte le affermazioni del sindaco e degli assessori sono state confermate dall’ufficio tecnico del Comune.

Una cosa sono gli atti, altra cosa sono le teorie e le illazioni. Se è vero che con la determina 2002 numero 618 è stato affidato un incarico all’ingegner Augusto Bottai per la redazione dei certificati di idoneità statica di tutti gli edifici comunali, ma non di verifica specifica delle strutture, tant’è che negli atti si parla di accertare il grado di rischio dei carichi verticali. È vero anche che l’incarico è stato espletato parzialmente ma non è vero che non è stato fatto nulla. Le verifiche hanno dato comunque esito positivo, tant’è che negli anni nessun edificio scolastico nessun problema statico apprezzabile si è verificato. Negli anni inoltre sono intervenute normative spesso in disaccordo tra loro. Le verifiche di vulnerabilità sismica dopo i fatti di San Giuliano di Puglia nel 2002 erano obbligatori solo per gli edifici scolastici ubicati in zone di vulnerabilità sismica di prima e seconda categoria, ma non lo erano per quelle in terza categoria come Montopoli.
Tutto è avvenuto nel massimo della legittimità e della trasparenza, non si capisce quindi cosa si voglia insinuare. Del resto nel 2017 l’ingegner Bottai venne interpellato solo in merito ai lavori condotti contro lo sfondellamento dei solai. Quindi la sua consulenza non serviva a una verifica sismica, ma come consulenza aggiuntiva rispetto ai lavori”.

“Alcune delle osservazioni – ha detto il sindaco durante il Consiglio – fatte nelle due interrogazioni dimostrano ancora una volta la scarsa attenzione dei gruppi di minoranza nel soppesare attentamente certe affermazioni, prestandosi perfino a profili che potrebbero essere meglio valutati da un legale”.

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