Un tartufo da 800 grammi: premio a Claudio Morelli foto

Cala il sipario sulla mostra di San Miniato

Il tartufo più grande è comparso all’ultimo minuto e sfiora gli 800 grammi. A trovarlo è stato Claudio Morelli, sanminiatese de La Serra classe 1958. Un habitué dei boschi “scrigno” della pepita bianca.

A lui è andato il premio Tartufo d’oro, conferito da Fondazione San Miniato Promozione per il tartufo più grande trovato nell’area delle colline sanminiatesi. Il tartufo che ha trovato pesa 781 grammi e batte di quasi 100 grammi il secondo classificato. Morelli l’ha scovato nei boschi di Palaia ma – da buon tartufaio – non rivelerà mai le “coordinate” del prezioso ritrovamento.

Ancora non l’ha venduto ma è consapevole di aver in mano una pepita d’oro bianco in mano. Morelli si è preso una piccola rivincita personale, perché l’ultima volta che aveva partecipato a questa competizione (nel 2019) era arrivato secondo per 11 grammi. Condivide questo successo col suo cane “Posi”, un lagotto di 8 anni preso a San Sepolcro. In verità si chiamerebbe come il dio del mare Poseidone, ma chiamarlo così nel bosco è poco pratico. Per Morelli è il tartufo più grande che ha trovato in carriera: ha iniziato che aveva 19 anni, oggi ne ha 63; una vita come operaio calzaturiero, oggi si gode la pensione e può ancor di più coltivare la passione per il tartufo. In questa particolare gara, Morelli si è classificato davanti a: Raffaello Bellucci di Saline di Volterra (698 grammi), David Granato di Montopoli (610 grammi), Lorenzo Di Blasi di Perignano (284 grammi) e Mauro Casalini di San Miniato (215 grammi).

Il premio Tartufissimo, consegnato dalla Pro Loco per il tartufo più grande esposto alla Mostra, è andato invece a Selektia Tartufi di Castelfiorentino, per un peso di 420 grammi.

Senza dimenticare il Premio Stagnazza, che omaggia la memoria di Stanislao Costa, uno dei primi a “scavallare” l’Appenino Tosco-Emiliano per venire a cercare e vendere tartufi a San Miniato a fine Ottocento: l’Associazione Tartufai ha premiato Debora Ruotolo , in quanto più giovane tartufaia iscritta all’associazione (29 anni). Debora ha 29 anni ed ha già intrapreso da alcuni anni questo percorso, ripercorrendo la tradizione del padre tartufaio e andando a rinforzare la componente femminile dei tartufai delle colline sanminiatesi, che è circa dell’8% sul totale. Il presidente di Fondazione San Miniato Promozione ha poi premiato tutte le varie associazioni ed istituzioni che a vario titolo hanno partecipato alla buona riuscita della Mostra. Nella mattinata è stata nominata l’ultima ambasciatrice nel mondo del tartufo bianco di San Miniato: è la massese Virginia Mamone, ricercatrice 32enne in ingegneria biomedica vincitrice di un bando di ricerca del Ministero della Salute, che all’ospedale di Cisanello sta portando avanti progetti per la creazione di dispositivi per la realtà aumentata in sala operatoria. Mamone è la più giovane ambasciatrice dell’eccellenza enogastronomica sanminiatese ed è stata nominata dal presidente di Fondazione San Miniato Promozione Marzio Gabbanini all’interno dell’Officina del Tartufo.

Mamone, prima di spiegare in maniera semplice la complessità dei suoi studi, ha tenuto una piccola lezione sulla disparità di genere che si può presentare nel mondo del lavoro, dell’università e della ricerca, dove ad un numero maggiore di laureate non corrisponde un’uguale presenza di donne nei ruoli apicali (che sia come manager che come professore universitario, ad esempio).

Per quanto i suoi studi, la ricercatrice sta lavorando su un dispositivo per la realtà aumentata in chirurgia, che assiste il chirurgo offrendogli informazioni aggiuntive che altrimenti non avrebbe o che comunque potrebbe ottenere ma soltanto distogliendo la sguardo dal paziente. Indossabile dal chirurgo sulla testa, il dispositivo dispositivo Polars proietta direttamente sulla pelle del paziente le informazioni essenziali per l’operazione, cosicché il medico le possa visualizzare a occhio nudo e senza bisogno di visori. A questo punto, appuntamento all’edizione 2022.

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