Ecovip, il “no” all’ampliamento finisce al Tar

Parrella: "Mi pare prevedibile che l’azienda volesse far valere le sue ragioni, noi faremo lo stesso con le nostre"

Il “no” all’allargamento di Ecovip finisce di fronte al Tar. E’ di questi giorni l’incarico dato ad uno studio legale di Firenze circa il ricorso che l’azienda di trattamento rifiuti sta intentando di fronte al Tar della Toscana contro l’ente, “reo” nel gennaio scorso di aver espresso parere negativo al grande progetto di ampliamento delle strutture della storica ditta di Ponticelli di Santa Maria a Monte.

L’azienda di trattamento rifiuti di via Nuova Francesca ha infatti avviato da tempo l’iter burocratico per l’ampliamento ed il potenziamento dell’impianto: maggiori quantità di rifiuti e nuove tipologie, sia di rifiuti pericolosi che non. Un’opera da 1 milione e 600mila euro che in questo caso prevede un ampliamento edilizio dello stabilimento ma anche delle funzioni. Ecovip, infatti, richiede l’autorizzazione al conferimento di altre tipologie di rifiuti. L’intento è quello di aumentare la capacità di stoccaggio dei rifiuti già autorizzati al trattamento e di ottenere l’autorizzazione per nuove attività di recupero rifiuti e poter conferire altre tipologie, tra cui anche i liquidi di concia con e senza cromo e gli scarti di cuoio.

Tra le altre cose, il progetto al vaglio degli uffici regionali prevede anche l’ampliamento della superficie dell’azienda, passando dagli attuali 16mila 800 metri quadri ai quasi 20mila. Questo per costruire anche una nuova tettoia di stoccaggio e selezione e un piazzale scoperto. Un tale progetto necessita di un iter autorizzativo particolare, di cui fanno parte anche le valutazioni ambientali e, ovviamente, la conferenza dei servizi, svoltasi alcuni mesi fa in un contesto che vide proprio il comune guidato da Ilaria Parrella mettersi di traverso, come deciso al consiglio comunale del 13 gennaio scorso (qui).

La destinazione urbanistica dell’area, per il Comune, prevedrebbe infatti il solo svolgimento di attività di stoccaggio di rifiuti non pericolosi, “escludendo – si legge nel documento votato in consiglio a suo tempo – il trattamento di qualsiasi rifiuto e lo stoccaggio di rifiuti pericolosi”. Altre osservazioni del Comune puntano sull’esistenza di una convenzione urbanistica vincolante (piano attuativo) fra Comune e azienda, sulla conformità edilizia in merito al rischio idraulico per quell’area, sulla vicinanza delle Cerbaie e sul rischio maleodoranze, oltre che sulla necessità, sempre secondo l’ente, di assoggettare un tale impianto alla normativa Seveso (Rischio di Incidente Rilevante). Tutte questioni che adesso saranno nuovamente discusse in sede di Tar, con spese legali che il comune ha già quantificato in circa 8mila euro fra 2022 e 2023.

“Mi pare prevedibile che l’azienda volesse far valere le sue ragioni, noi faremo lo stesso con le nostre – dichiara la sindaca –. Lo faremo sulla base di una rosa di osservazioni che hanno a che fare con la natura urbanistica dell’area, ma anche sui possibili impatti che un tale allargamento alle tipologie di rifiuto trattabili potrebbe comportare”.

Sostieni l’informazione gratuita con una donazione

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di Cuoio in diretta, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.