Sulla passerella di Modartech sfilano le storie degli studenti, raccontate con tecnologia e sostenibilità foto

Sono 43 le collezioni presentate per Co-Lab Evolution, il laboratorio di talenti ospitato dall’istituto di Pontedera leader nel settore della moda

Ognuno ci ha messo un pezzo della sua storia, ognuno ha raccontato una parte della sua esperienza di vita. Sono le 43 collezioni presentate ieri (30 giugno) per Co-Lab Evolution, il laboratorio di talenti ospitato da Modartech, l’istituto di Pontedera leader nel settore della moda. È la vita di tutti giorni che si innesta con i capi indossati: collezioni ragionate e innovative che superano i classici temi dell’attualità. Dalla tecnologia ai problemi psicologici, dalle questioni culturali agli approfondimenti su specifici capi di abbigliamento, tutto all’insegna della sostenibilità e del riuso.

Co-Lab Modartech

La parola d’ordine è upcycling, che non vuol dire semplicemente recuperare materiali e materie prime che hanno perso il loro valore originario. Piuttosto, significa valorizzare oggetti percepiti come inutili in modo tale da fargli acquisire nuova importanza. A fare da padrone di casa era Alessandro Bertini, presidente e direttore di Modartech, che ha accolto centinaia di persone negli spazi dell’ex Piaggio, tra cui il vicesindaco di Pontedera Alessandro Puccinelli e il presidente del consiglio regionale della Toscana Antonio Mazzeo. Co-Lab è il frutto di un anno di studio e di lavoro pratico degli studenti e delle studentesse della scuola, che finalmente hanno potuto presentare al pubblico le loro collezioni inedite. Un’occasione importante per gli iscritti prossimi alla laurea vista anche la presenza di head hunters di aziende di moda e design. Dopo le esposizioni creative gli stilisti insieme ai modelli hanno sfilato in una performance che ha incantato il pubblico con l’esplosione di colori e forme differenziate.

“Quello che emerge da questo evento – ha detto Bertini – è la brillante creatività dei nostri studenti e l’importanza della collaborazione con le imprese. Co-Lab nasce proprio per sottolineare il concetto di condivisione e collaborazione: gli studenti si sono misurati con il mondo del lavoro interfacciandosi con professionisti, fornitori, aziende”.

Le collezioni, infatti, sono curate in tutto e per tutto con gli studenti. Alla base delle realizzazioni sta l’idea, l’ispirazione, la scintilla da cui poi scaturiscono i capi in pieno stile concettuale. Poi la ricerca dei materiali, delle tecniche di realizzazione, i contatti con le aziende e la valutazione del prodotto finito. Il tutto per arrivare all’allestimento per colpire il pubblico, con la scelta dei modelli che indosseranno i capi e gli accessori a corredo.

“Siamo molto competitivi – riprende Bertini – grazie ai nostri studenti che partecipano e arrivano bene ai concorsi nazionali e internazionali. Abbiamo studenti prossimamente saranno finalisti al Milano Moda Graduate”. Sarà Angelica Sarti a presentare la sua collezione Last Era alla kermesse di Milano dedicata agli stilisti emergenti. L’ispirazione per i suoi capi parte da una riflessione sull’antropocene, e cioè l’epoca geologica in cui viviamo attualmente, caratterizzata dal fatto che per la prima volta l’uomo riesce a modificare e incidere sui processi geologici.

“Mi sono focalizzata sul conflitto tra uomo e natura – spiega Sarti – e sul fatto che quest’ultima riesca sempre a riprendersi i suoi spazi che l’uomo le ha tolto. Questa riappropriazione io ho cercato di riportarla nei capi con forme sartoriali e geometriche”. Le componenti della collezione, infatti, hanno la particolarità di mettere in risalto geometrie in rilievo che richiamo le forme della natura, per composizione e colori. “Una natura che sboccia e fiorisce”, dice Sarti, e naturalmente l’attenzione alla sostenibilità nella scelta dei materiali e delle aziende con cui collaborare è stata meticolosa.

Se il rapporto tra uomo e natura è una questione che in ogni tempo ha avuto un certo fascino al Co-Lab non sono mancati i temi emergenti: primo su tutti il metaverso. Questa futuristica fusione tra mondo reale e mondo virtuale è il tema scelto da Roberto Beqaj nella sua collezione Inside my meta. “Parto da un background di informatica e gaming – spiega Beqaj – che ho cercato di riprendere nelle tecniche di stampa e nelle geometrie esagonali che richiamano i chip”.

C’è anche la storia di viaggi, dove ancora una volta l’immaginario si mischia col reale. The train has whistled di Matteo Testaì si ispira alla novella pirandelliana che racconta l’evasione della monotonia del lavoro attraverso un viaggio immaginario. “Questo viaggio – dice Testaì – io l’ho trasformato in un viaggio reale, che ho fatto io e avevano fatto i miei nonni che sono venuti dalla Calabria. Un viaggio che parte da questo treno e al momento del fischio il paesaggio inizia ad allontanarsi e si inizia a prendere atto di ciò che si è perso. Questo mi ha fatto pensare alle tradizionali tessili e religiose, che nella mia collezione sono unite. Alcuni abiti sono direttamente ispirati a processioni e riti religiosi calabresi”.

Tutti temi impegnati, come quello di Silvia Lari, nome della collezione: L’arte di essere pazzi. Una esposizione che mette a nudo la mente umana, con le sue fragilità e vulnerabilità. “Mi sono ispirata ai disturbi mentali, depressione, ansia, attacchi di panico, ma soprattutto alla storia di mio zio. Era un artista, dipingeva, e soffriva di disturbo da accumulo: io ho voluto riportare la sua personalità nei miei abiti”. Ed è per questo che i dipinti sono finiti sui capi sottoforma di stampe, così come i mille oggetti che Lari vedeva a casa dello zio sono oggi “come un cassetto svuotato su un vestito”.

Un’altra riflessione sulla Persona è la collezione di Ernico De Marchi: “Ciascuno di noi trasmette qualcosa agli altri e io ho voluto indagare questo processo di trasmissione – racconta De Marchi – Tessuti leggeri e fluidi rendono l’idea di una personalità che fusa con l’innovazione può creare qualcosa di nuovo partendo da una morte spirituale. Nella mia collezione ho fatto un approfondimento sul pantalone maschile”.

Dalla persona alla collettività, si approda ai conflitti culturali con la collezione di Carlotta Citi, Cancel Culture. “Ho riportato – spiega Citi – il concetto di cancellazione, di bruciatura, nella moda. Le forme ondulatorie rimandano e una bruciatura. Sono partita da delle foto che ho scattato sottoponendo del materiale biodegradabile al calore di una fiamma e da lì ho ripreso il pattern”.

A coronare il concetto di upcycling è Claudia Aubert con la sua collezione Head in the claut. “Mi sono ispirata al periodo della Seconda guerra mondiale – spiega – quando davvero non si buttava via niente. Poi nei vintage ho visto montagne di abiti inutilizzati e quindi è un peccato produrre altri capi quando ancora ci sono tante cose ancora riutilizzabili. Per fare un esempio: i fili di nylon dei collant hanno dei tempi di smaltimento di circa 20 anni. Eppure, noi li buttiamo in continuazione non appena si strappano. Io ne ho fatto un cappello”.

Questi sono solo alcuni dei progetti degli studenti del terzo anno che cercano di affacciarsi sul mondo della moda. L’iniziativa si è svolta con il patrocinio di Comune Pontedera, Camera Nazionale della Moda Italiana, Centro di Firenze per la Moda Italiana. In collaborazione con Esanastri, FilPucci, Forza Giovane, Freudenberg, Ink-P, Isko, Kerned Studio, Lampo Zippers, Laura De Cesare, Olimpias, Pure Denim, Castellani. Partner tecnici: Tessitura Attilio Imperiali, Bacci Tessuti, Fabric House, Lamintess, Lanificio Becagli, Leathertex, Life Materials, Majotech, Modimex, Studio Moda Manola, Taroni, Lanificio Texco, Umberto Lenzi.

Sostieni l’informazione gratuita con una donazione

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di Cuoio in diretta, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.