Eccidio nazista del Padule di Fucecchio, spuntano i nomi di altri tre presunti responsabili

Lo rivela lo studio del direttore del centro internazionale Storia militare, Claudio Biscarini, presentato ieri (28 luglio) al Caffè del poggio

Padule di Fucecchio, spuntano altri tre nomi di ufficiali tedeschi che avrebbero parte all’eccidio del 23 agosto 1944.

Sarebbero i tenenti dell’esercito tedesco Hans Dietrich Michelsen, Dirk Willen Firman e Leopold Von Bouch, i nomi dei tre boia che si aggiungerebbero a quelli del colonnello Peter Crausemann, comandante del reparto della 26esima divisione corazzata tedesca, che commise quel crimine di guerra, e del capitano Joseph Strauch, condannati entrambi per quella terribile strage.

“I tre tenenti che comandavano le rispettive compagnie che si trovavano dislocate nei paesi della vasta area del Padule di Fucecchio, nessuno li ha mai cercati, né come imputati né come testimoni nel processo agli altri due ufficiali. I loro nomi risultano solo negli elenchi dei criminali di guerra, ed uno di essi, il terzo, sarebbe addirittura anche l’autore del massacro di casa Simoni e casa Silvestri nello stesso periodo storico”. A rivelarlo è Claudio Biscarini, direttore del centro di documentazione internazionale di storia militare, ed autore di numerosi saggi sulla storia della seconda guerra mondiale in Toscana durante l’incontro che si è svolto ieri era (28 luglio) al Caffè del Poggio a Fucecchio. La ricostruzione dei fatti ed i documenti ai quali ha fatto riferimento nel suo intervento introdotto dal professor Alberto Malvolti, organizzatore dell’evento, a breve, ottenute le autorizzazioni necessarie, potrebbero finire pubblicati in un libro che per Biscarini diventerebbe la 54esima pubblicazione sulla seconda guerra mondiale.

Si alza quindi di nuovo il sipario sull’eccidio del Padule di Fucecchio, ed un altro importante tassello va ad aggiungersi alla ricerca della verità storica sull’efferato crimine perpetrato dai tedeschi scientemente convinti della presenza di un raggruppamento di circa 200 partigiani nascosti nella boscaglia palustre aiutati dalla popolazione inerme.

E per questo motivo 174 civili, uomini, donne e bambini anche in tenera età furono barbaramente trucidati per ordine impartito dal colonnello Crasemann, che  fu chiaro: Vernichten, ovvero annientare. Fu poi il capitano Joseph Strauch a condurre l’azione sul campo ed a istruire i tenenti delle varie compagnie.

Dalla ricerca storica di Biscarini, che ha fatto riferimento a documenti ottenuti dalle autorità tedesche, risulta che nessuno ha mai chiamato in causa i tenenti Hans Dietrich Michelsen , Dirk Willen Firman e Leopold Von Bouch nel processo celebrato a carico di Crasemann e Strauch, né come imputati né come eventuali testimoni, sebbene in quel periodo, come detto, si trovassero nella vasta area palustre al comando delle rispettive compagnie. Di loro negli anni successivi poteva essere noto anche l’indirizzo in quanto negli anni Sessanta hanno richiesto alle autorità tedesche lo stato di servizio per la campagna in Italia a fini pensionistici.

Biscarini, sempre facendo riferimento a fonti tedesche, ha illustrato anche lo stato di servizio e la scheda con le note caratteristiche dei due alti ufficiali condannati, ritenuti “mediocri” dai loro superiori. Ha illustrato anche lo stato di servizio e la scheda personale e militare dei tre tenenti di uno dei quali, quello individuato come l’autore delle stragi di casa Simoni e casa Sivestri, è in possesso anche della fotografia che sarà pubblicata sul libro in via di realizzazione riguardo a questo ennesimo tassello sulla ricerca della verità su di una delle stragi più efferate che il nostro paese ha dovuto subire in quel periodo.

Per quella orribile strage sono stati condannati a 10 anni di reclusione, scontati in Germaniam il comandante Crasemann, poi morto il 29 aprile del 1950, ed a 6 anni il capitano Strauch, che ha scontato solo un anno e mezzo.

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