Compagni di vita, anche in viaggio: come ottenere il passaporto europeo per gli animali

L'animale deve essere iscritto all'anagrafe degli animali d'affezione della Regione Toscana, dotato di microchip e di vaccinazione anti rabbica

Agosto è tempo di vacanza. E in molti vorrebbero farla con tutta la famiglia, quadrupedi compresi. Per viaggiare all’estero, occorre che l’animale al seguito sia munito anch’esso del passaporto. Da quasi vent’anni alcuni regolamenti europei hanno uniformato la “Movimentazione non commerciale di animali da compagnia“, come indicato dal linguaggio comunitario, con un documento unico a regole uniche comuni a tutti gli stati membri.

Si tratta infatti del  passaporto europeo per gli animali da compagnia, un documento unico per il turismo con i propri animali che consente viaggi e spostamenti in ambito comunitario, e nei Paesi terzi che ne riconoscano la validità, di cani, gatti e furetti a seguito del proprietario. Per richiederlo è necessario che il proprio animale sia iscritto all’anagrafe degli animali d’affezione della Regione Toscana, sia dotato di microchip sottocutaneo o tatuaggio leggibile e di vaccinazione anti rabbica in corso di validità (con vaccino registrato nella Ce) effettuata su animali di almeno tre mesi e da più di 20 giorni.

Con questi requisiti basta poi presentarsi all’azienda sanitaria competente, ovvero in quella in cui la quale l’animale è stato iscritto all’anagrafe, e farne richiesta. Il passaporto non scade e la validità è riferita semplicemente alla scadenza delle attestazioni sanitarie. Il documento consente di viaggiare nei paesi dell’Unione europea e nei Paesi terzi che ne riconoscano la validità (ad esempio Svizzera). I requisiti minimi (vaccinazione anti-rabbica in corso di validità) consentono viaggi nella Ue continentale.

Qualora si intenda portare il proprio animale da compagnia fuori dalla Ce occorre tenere presente che le condizioni sanitarie per le introduzioni di animali al seguito in paesi terzi (cioè non facenti parte dell’Unione Europea) sono stabilite dal paese terzo stesso. Pertanto, in questo caso, è consigliabile prima  contattare l’ambasciata del paese terzo in Italia o direttamente l’autorità del paese verso cui si intende andare. Qualora in molti casi sia sufficiente un certificato di buona salute (rilasciato da un veterinario ufficiale o nel caso degli Usa anche un veterinario abilitato) e l’attestazione della vaccinazione anti-rabbica fatta da almeno 30 giorni e non più di un anno. Giova ricordare anche che in alcuni paesi terzi ci sono leggi molto severe che prevedono che l’animale venga messo in quarantena in una struttura sanitaria e quindi separato dal proprio padrone anche per lunghi periodi, oppure che vengano fatti particolari esami prima della partenza ed effettuata una richiesta di ingresso.

Di seguiti regole e buone prassi su vari mezzi di trasporto: in auto, è consentita la presenza di un solo animale nell’abitacolo, a condizione di non essere un impedimento alla guida. Lo prevede il codice della strada, che consente il trasporto di un numero superiore di animali solo nel vano posteriore, separato dall’abitacolo oppure in gabbia o in trasportino. In ogni caso è vietato i trasporto nel bagagliaio chiuso.  Le dimensioni del trasportino e della gabbia devono comunque essere adeguate a consentire all’animale piena libertà di movimento, sia in piedi che sdraiato. In caso di viaggi lunghi, conviene prevedere qualche sosta: in questi casi, in particolare in autostrada, d’obbligo il guinzaglio e pieno controllo sugli animali. Il codice della strada consente il trasporto di animali anche su motocicli, se in gabbia o contenitore che non può sporgere lateralmente o longitudinalmente più di cinquanta centimetri. Non è invece consentito pedalare in bicicletta conducendo un cane al guinzaglio. Nel trasporto in auto, anche in città, deve essere posta grande attenzione al rischio del colpo di calore.  Nelle giornate calde, in poco tempo la temperatura dell’abitacolo  di un’auto parcheggiata al sole può salire, anche con i finestrini parzialmente aperti.  Il sistema di termoregolazione del cane e gatto è estremamente fragile, di fatto basato sull’accelerazione del ritmo respiratorio. Il rischio di un “colpo di calore”, di un collasso cardiocircolatorio, in particolare in animali anziani o malati, è concreto ed in una certa misura imprevedibile.

Viaggiare in treno è diventato ormai comune, anche sui treni ad alta velocità: è necessario che il cane abbia guinzaglio e museruola, oltre all’iscrizione all’anagrafe canina. I gatti viaggiano nel trasportinoSui traghetti, i regolamenti delle compagnie di trasporto possono variare, prevedendo l’obbligo di vaccinazione antirabbica, ovvero separando gli animali dal proprietario. E’ opportuno informarsi prima della partenza  sulle condizioni richieste. In aereo, il viaggio in cabina è consentito da molte compagnie, per animali di piccola taglia. Anche in questo caso, anche per voli interni, può essere richiesta la vaccinazione antirabbica L’ammissione in cabina è comunque subordinata alla valutazione del comandante. Infine, anche viaggiare a piedi con il proprio animale ha delle regole. Il cane, che ovviamente deve essere identificato ed iscritto all’anagrafe,  deve essere condotto a guinzaglio, deve essere cura del proprietario controllare l’animale per evitare ogni molestia, non ultimo che il naturale istinto di predazione non possa creare danni alla fauna selvatica. In alcune aree ristrette, soggette a particolare tutela, è proibito l’ingresso di cani anche a guinzaglio.

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