San Miniato, quando a Capodanno arrivò l’imperatore Federico II

Dopo la vittoria di Cortenuova l’imperatore ordinò la distruzione delle torri e la revoca della donazione del borgo di San Genesio alla città
Quel Capodanno del 1240 quando l’imperatore Federico II trascorse il primo giorno del nuovo anno a San Miniato. All’epoca rappresentava una novità assoluta e in molti hanno visto in lui il primo sovrano di stampo moderno, altri un nemico da combattere, gli scontri con la chiesa e i Comuni che chiedevano autonomia è nei libri di storia e fa parte della nostra tradizione.
Nella Treccani è riportato un passaggio della sua vita forse meno conosciuto degli altri, agli italiani, e si riferisce al Natale del 1239 e ai primi giorni del 1240. San Miniato era divenuto nel secolo XII una stabile sede imperiale, destinata cioè a ospitare in un pubblico palatium l’imperatore e il suo seguito, in via occasionale, e in via stabile i delegati dell’autorità imperiale, il loro tribunale e il loro ufficio finanziario. Una tensione sembra essersi manifestata alla fine del seccolo XII tra la comunità locale e la guarnigione imperiale, ma al tempo di Ottone IV il ruolo di nucleo forte dell’autorità imperiale era stato ricostituito.
“Le sorti del castello e della comunità – si legge sul sito della Treccani – furono in buona parte determinate dalla presenza di un personaggio di spicco nelle vicende della tormentata successione sveva, il nobile tedesco Everardo di Lautern, già seguace di Ottone IV e passato allo schieramento federiciano dopo la battaglia di Bouvines e la conseguente disfatta della parte ottoniana. Prima di recarsi in Germania per garantire con la sua presenza l’adesione a Federico re, Everardo affidò alla comunità sanminiatese la custodia del castello e ottenne poi che Federico concedesse a San Miniato la vicina cittadina di San Genesio e l’obbligato passaggio per San Miniato della via che collegava Firenze e Pisa (1217). Furono fatti importanti per l’incremento della cittadina, nella quale poi Everardo di Lautern avrebbe tenuto la propria residenza e dalla quale l’imperatore Federico II avrebbe emanato più di un precetto (a cominciare da quello datato settembre 1220 nel quale il sanminiatese Benzone veniva nominato giudice ordinario e pubblico notaio)”.
“Fu così da San Miniato – prosegue – che Everardo di Lautern pronunziò nel marzo del 1221 la sentenza in una controversia tra il vescovo e il comune di Pistoia, e che cinque anni più tardi l’imperatore annunziò alle autorità ecclesiastiche e civili della Tuscia l’avvio di un’inchiesta sui diritti imperiali affidata a Bertoldo, fratello di Rainaldo duca di Spoleto e legato in Tuscia. San Miniato era adesso retta da un castellano, delegato dal legato imperiale in Tuscia e assistito al caso da un consiglio di buoni e sapienti uomini”.
“La comunità – conclude la voce della Treccani – aveva sviluppato una sua autonomia e la capacità di seguire una linea politica propria, che conobbe verso la fine degli anni Venti del XIII secolo una fase di inclinazione guelfa e fiorentina. Si spiegano così l’ira e la volontà punitiva che Federico II manifestò, dopo la vittoria di Cortenuova, contro quello che avrebbe dovuto essere un caposaldo imperiale. Dopo avere celebrato a Pisa il Natale del 1239, l’imperatore si portò a San Miniato, trascorse qui il giorno di Capodanno del 1240, vi ricevette i delegati di città e castelli toscani e ordinò infine la distruzione delle torri e la revoca della donazione a San Miniato di Borgo San Genesio. All’afflizione della comunità cittadina faceva riscontro il potenziamento delle fortificazioni imperiali, con una nuova cinta di mura turrite e con l’edificazione della nuova torre, che ancora oggi si innalza sulla sommità del castello (la torre di Federico, appunti, ndr). In questa rinnovata roccaforte sarebbero stati incarcerati, dopo un primo passaggio a Pisa, i prelati catturati al Giglio il 3 maggio del 1241”.
San Miniato avrebbe poi abbandonato la causa sveva poco dopo la morte di Federico II nel 1250. Sul sito web dell’istituto Treccani è possibile leggere la storia completa.