Il secolo di Aldo, il carabiniere sopravvissuto alla deportazione nel campo di lavoro

Nato a Lari, si è trasferito a Empoli dopo la pensione

E’ nato a Lari ormi 100 anni fa. Empoli oggi 24 marzo festeggia il secolo di Aldo Agostini. A casa, tra gli altri, ha ricevuto l’assessore comunale Adolfo Bellucci in rappresentanza dell’amministrazione comunale.

La lucidità di Aldo Agostini si riconosce nella breve storia della sua vita che ha voluto donare alla città che lo ha accolto, dopo essere andato in pensione. Grazie alla figlia Marina, ecco il suo racconto: “Sono nato a Lari, in provincia di Pisa, il 24 marzo 1924 dove ho vissuto la mia infanzia contornato dall’affetto della mia famiglia nel volgere delle giornate in una semplice casa di campagna. Raggiunta la maggiore età, dovendo fare il servizio militare, decido di arruolarmi nell’Arma dei carabinieri svolgendo il primo periodo – al servizio dello Stato – a Roma dove nel settembre del 1943, a seguito della guerra, vengo deportato dalle SS e trasferito in treno al campo di Bielefeld, lì rimango internato per due anni a lavorare.

Durante questo durissimo periodo sono riuscito a sopravvivere grazie ad una donna tedesca che lavorava in un reparto vicino al mio e che, a rischio della propria vita, giornalmente mi regalava del cibo recuperato. Finita la guerra nel 1945 vengo liberato e, finalmente, a seguito di un estenuante viaggio riesco a rientrare in Patria; riprendo la mia attività nell’Arma e dopo qualche anno incontro la donna che diventerà mia moglie e la mia compagna di vita, regalandomi due figli. Dopo essere andato in pensione, mi trasferisco ad Empoli dove riesco a dedicarmi a tempo pieno ai miei nipoti e alla mia grande passione della bicicletta, facendo lunghe passeggiate fino a quattro anni fa quando – a causa della pandemia – tutto è cambiato portandomi ad una vita molto più sedentaria”.

Ma oggi di che cosa si occupa il signor Aldo? “Oggi, trascorro le mie giornate aggiornandomi su quello che succede intorno a me e nel mondo, ascoltando musica, seguendo eventi sportivi circondato dall’affetto di mia figlia, dei miei nipoti e pronipoti”.

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