Caccia all’evasore, due milioni e mezzo di euro non pagati

Il comune di Castelfranco di Sotto dichiara guerra all’evasione fiscale o almeno così vorrebbe fare. Gli uffici comunali infatti stanno lavorando dalla fine del mese di maggio per identificare gli evasori della Tari, la tassa sui rifiuti e gli evasori parziali o totali dell’Imu. Si tratterebbe di cifre importanti quella che si sono generate dai mancati pagamenti nel corso degli ultimi 5 anni, oltre 2 milioni e mezzo di euro.

Il Comune ha già identificato buona parte dei soggetti che non hanno pagato e in questo periodo stanno arrivando le cartelle, ma qualcuno sicuramente le ha già ricevute. Gli accertamenti partono dal 2014 per arrivare fino al 2019, gli ultimi 5 anni come prevede la legge. Per la Tari si parla di circa 2milioni di euro, per l’Imu invece circa 570mila euro. Gli impiegati del comune infatti hanno verificato i pagamenti e nel caso in cui è emerso che un cittadino non ha pagato la tassa sui rifiuti o nel caso dell’Imu abbia omesso l’intero versamento o parte di essa parte il sollecito con la sanzione del 30 per cento. “Un atto dovuto per le disposizioni di legge – spiega il sindaco Gabriele Toti – ma a prescindere da quest’ultimo caso, il comune di Castelfranco ha sempre cercato di contrastare gli evasori delle tasse, delle tariffe e dei servizi comunali. Non è facile, ma siamo convinti che se tutti paghiamo la nostra parte in proporzione alle nostre risorse alla fine paghiamo tutti meno. Al di là del concetto di giustizia, non è possibile che ci sia chi paga – e questi sono la maggioranza – e chi invece cerca di evadere. E’ chiaro che ci possono essere dei casi di dimenticanze di sviste è per questo che la ragioneria del comune è a disposizione del cittadino che riceverà la cartelle delle tasse per trovare le soluzioni per lui più agevoli nei limiti della legge”.
Da sottolineare che nel caso dell’Imu, a differenza della Tari, potrebbero esserci anche dei casi in cui i cittadini hanno pagato solo parzialmente e quindi oggi gli viene chiesto di colmare la differenza tra quando avrebbe dovuto pagare e quello che effettivamente ha già versato.
Tra i creditori del Comune non vi sono solo privati secondo gli uffici della ragioneria, ma anche aziende sia nel caso dell’Imu che della Tari.
Il meccanismo con cui si sono mossi gli uffici comunali è sempre lo stesso: verifica dei pagamenti degli ultimi 5 anni e se emerge che un soggetto non ha pagato gli viene inviato l’accertamento che deve pagare entro 60 giorni oppure si può appellare alla commissione tributaria provinciale che in questo caso rappresenta un vero e proprio primo grado di giudizio. Oppure può recarsi in comune e capire se è possibile effettuare una dilazione, un rateizzo o in alcuni casi anche un ravvedimento.

 

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