Un giorno di pioggia a New York, Woody Allen torna a Manhattan

La recensione di Project Movie

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Il quarantanovesimo lungometraggio di Woody Allen è un ennesimo film in cui Manhattan è la protagonista indiscussa.

Non mi soffermo troppo su Woody, suppongo che chiunque abbia visto un suo film e sono anche dell’idea che o lo si ama o lo si odia. E’ un regista dalle sfumature poco evidenziate e gioca molto di più sulla scala dei grigio scuri con i suoi dialoghi sempre pungenti e ricchi. Ama in maniera incondizionata New York e non posso che essere completamente d’accordo con lui. È riuscito nuovamente a parlarci della sua amata città ma sempre facendocela vedere con un occhio diverso.

A questo giro ci troviamo di fronte a due ragazzi completamente opposti: Gatsby Welles (interpretato da un bravissimo Timothée Chalamet che a parer mio ha un grande avvenire davanti a sé) e Ashleigh Enright (interpretata da Elle Fanning, sorella minore di Dakota Fanning). Lui è figlio dei cieli grigi di New York, lei del sole della campagna. Lui è colto, tormentato e ribelle, lei è abbagliata dalle luci dello spettacolo, e per un attimo si lascia scappare che Kurosawa è un grande maestro europeo.

Il giovane Gatsby, sognatore e romantico, decide di accompagnare la sua compagna, futura giornalista, a Manhattan per intervistare il rinomato regista Roland Pollard (Liev Schreiber il fratello cattivo di Wolverine per intenderci) sperando poi di far conoscere la bellezza della città a quest’ultima. Tra mille imprevisti e decisioni decisamente discutibili, i due ragazzi si troveranno divisi…

Continuate la lettura della recensione di Giulia Mariaregina Fabbri su Project Movie.

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