Bancarotta fraudolenta, arrestato consigliere comunale

8 giugno 2015 | 13:12
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Bancarotta fraudolenta, arrestato consigliere comunale

Si trova agli arresti domiciliari. Il consigliere comunale di Cascina Alberto Rocchi, 45 anni, è stato arrestato stamattina 8 giugno dai militari del nucleo di polizia tributaria insieme all’aliquota della sezione di polizia giudiziaria della Guardia di Finanza di Livorno. Rocchi, con altri tre soggetti, è ritenuto responsabile di bancarotta fraudolenta.

Per evitare la reiterazione del reato e trasferimenti fittizi di beni e tutelare i creditori del fallimento, i militari hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo, emesso sempre dal Gip di Livorno, che ha colpito quote sociali per 50mila euro e 42 unità immobiliari, formalmente intestate a società riconducibili al Gruppo Rocchi Costruzioni, aventi un valore indicativo di oltre 5,5 milioni di euro. Secondo l’indagine, Rocchi, nella sua qualità di amministratore unico della Immobiliare Vicarello Srl, dichiarata fallita dal Tribunale di Livorno nel 2011, avrebbe sottratto le scritture contabili della società in modo da impedire al curatore fallimentare la ricostruzione dell’attivo patrimoniale, ma soprattutto ha posto in essere una sistematica attività distrattiva dei beni aziendali. Secondo le indagini, l’amministratore, “malgrado un evidente stato di crisi manifestatosi già dal 2008, ha continuato negli anni, in maniera consapevole e negligente, nella gestione societaria aggravando il dissesto dell’immobiliare e accumulando debiti per oltre 3,3 milioni di euro. Per sottrarsi all’azione di responsabilità dei creditori, è stato ideato e attuato un articolato sistema fraudolento con la predisposizione di una serie di atti societari che hanno visto il coinvolgimento di altre società del Gruppo, soggetti giuridici strumentalmente utilizzati per simulare la vendita di unità immobiliari e disperdere le risorse finanziarie. Si tratta di società, la cui proprietà in alcuni casi è stata mascherata da società di diritto inglese, in cui Rocchi ha svolto l’indirizzo, il controllo e il coordinamento delle attività, avvalendosi di ‘teste di legno’ remunerate con compensi forfettari, che si limitavano ad aprire conti correnti, firmare assegni in bianco o compiere e firmare atti, anche di rilevante importo, di cui disconoscevano il contenuto”. Secondo gli accertamenti della Guardia di Finanza, gran parte delle compravendite immobiliari simulate sono state regolate con pagamenti in realtà mai eseguiti, assegni annullati, mai negoziati e incassati, oppure con inverosimili pagamenti in contanti avvenuto prima dell’atto di registrazione per importi fino a 2 milioni di euro.