Maxi condanna per medico degli studi privati di Castelfranco di Sotto

Dovrà risarcire per oltre 84mila euro la Asl 5 di Pisa il dottor Vitale Ravelli, per aver esercitato la professione medica fuori dagli accordi previsti con l’azienda nel regime di intramoenia, negli studi medici privati Galeno.
In sostanza il dottore di 65 anni, che dopo la sentenza della Corte dei Conti potrebbe doversela vedere anche con la magistratura ordinaria al termine delle indagini dove per lui si ipotizza il reato di truffa e peculato, esercitava a Castelfranco di Sotto l’attività professionale senza rispettare gli accordi contrattuali stipulati con la Asl e addirittura in alcuni casi, mentre si sarebbe dovuto trovare in ospedale a Pisa, invece era a visitare i pazienti a Castelfranco. La storia è andata avanti per alcuni anni dal 2008 al 2011, quando sono scattate la indagini della Guardia di Finanza che lo hanno portato a un rinvio a giudizio presso la Corte dei Conti di Firenze, dove dopo il dibattimento è stato condannato. La fiamme gialle su disposizione della stessa corte avevano anche provveduto ad effettuata un sequestro cautelare di oltre 102mila euro, proprio perché guadagnati in modo illecito e per tutelare l’eventuale controparte danneggiata qualora si fosse reso necessario un risarcimento.
Il medico, negli anni tra il 2008 e il 2011, secondo l’accusa che poi ha trovato conferma nella sentenza dei giudici contabili aveva violato gli accordi con l’azienda sanitaria e con l’azienda ospedaliera pisana in vario modo, in alcuni casi era arrivato anche a non versare all’azienda sanitaria quanto dovuto per l’utilizzo delle strutture in regime di intramoenia, ovvero per le visite specialistiche prestate in regime liberoprofessionale in ambito ospedaliero. Non solo: i giudici hanno anche dimostrato, attraverso le documentazioni acquisite dagli inquirenti dai pazienti, che in vari casi in orario di lavoro ospedaliero, ovvero quando sarebbe dovuto essere all’ospedale di Pisa, lo specialista si trovava invece negli studi di Castelfranco. Sempre i giudici amministrativi fiorentini hanno anche valutato credibili gli elementi di prova che accusavano Ravelli di avere svolto attività di consulente di parte e medico legale senza avere ottenuto dall’azienda sanitaria l’autorizzazione richiesta per chi sceglie e di lavorare in quel regime. Insomma alla fine una serie di prestazioni professionali non autorizzate o di cui il medico non aveva versato la quota parte alla Asl che alla fine hanno causato un danno all’azienda quantificato in oltre 84mila euro che ora il medico dovrà rifondere. Dalla sentenza della Corte dei conti e dalle indagini della fiamme gialle nell’ambito dell’operazione denominata Intramoenia che ha visto finire nella maglie della giustizia anche altri medici, è scaturita anche un’indagine della magistratura inquirente della procura di Pisa dove si ipotizzano per Ravelli, ma bisognerà capire cosa accadrà al momento della conclusione della indagini davanti al gip, il peculato d’uso (delle strutture sanitarie della Asl) e la truffa (ai danni della Asl).