Hotel Miravalle, nuova udienza al Tar, attesa la sentenza

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Nuova udienza per la vicenda del Miravalle davanti al Tar toscano a Firenze. Questa potrebbe e dovrebbe essere l’ultima udienza dopo quella in cui era stata disposta la sospensiva dell’ordinanza di sgombero, per un vizio di notifica, emanata dal comune di San Miniato e con la quale gli amministratori avrebbero inteso rientrare in possesso dell’immobile dove oggi ha luogo l’hotel Miravalle appunto, condotto dal Consorzio Miravalle, società consortile a responsabilità limitata, gestione Framar srl (leggi qui Il Miravalle resta ai gestori, il Tar accoglie sospensiva ).

Dopo l’udienza di questa mattina 26 gennaio, la prima sezione del tribunale si è riservata di pronunciare la sentenza entro indicativamente una decina di giorni. La vicenda Miravalle era scoppiata alcuni mesi fa, quando emerse che il Comune reclamava il pagamento dei soldi dovuti per lo sfruttamento dell’immobile di una proprietà di cui aveva ceduto il possesso (e non la proprietà ndr) alla società che gestisce l’albergo a seguito di un accordo tra le parti.
La vicenda poi si era trascinata per mesi, fino a quanto nei primi giorni dell’anno il municipio aveva mandato i suoi impiegati a eseguire un’ordinanza di sgombero dopo, secondo il comune, averla notificata sette giorni prima alla controparte, che invece ha sostenuto di fronte al Tar di non aver mai ricevuto nessuna notifica, introducendo quindi gli elementi per una sospensiva appunto scattata lo scorso 5 gennaio che congelava la situazione alla condizione pre ordinanza, lasciando di fatto la disponibilità dell’immobile alla società di gestione per presunti vizi sostanziali negli atti del comune. A conferma di quanto sostenuto dai gestori dell’immobile, vi sarebbe anche il fatto (ma questo in aula non ha nessuna rilevanza) che l’hotel sarebbe rimasto in esercizio sempre come se niente dovesse accadere anche nel periodo della festività natalizie. Ora bisognerà attendere la decisione del tribunale amministrativo che dovrà fare chiarezza sugli aspetti amministrativi e quindi appurare la legittimità nei contenuti e nella forma degli atti emanati dal comune, ma la sentenza, che visti i presupposti potrebbe magari arridere alla società di gestione, costringendo il comune, sempre che lo voglia fare e che sia nelle sue reali intenzioni, a impugnare la sentenza davanti al Consiglio di Stato. In caso, quindi, di presunta nullità dei dispositivi, che il comune avrebbe emanato e poi però nessuno avrebbe notificato nei termini di legge, arrecando un danno al comune stesso. Ora sembra obbligatoria la domanda, perché un comune non dovrebbe essere in grado di notificare gli atti che lui stessi emana soprattutto se urgenti come un’ordinanza di sgombero? Questo potrebbe interessare, a seconda degli esiti della sentenza del Tar, altri organi con altre competenze se la posizione del Miravalle risultasse legittima per la giustizia amministrativa.

Gabriele Mori

 

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