Cattivi odori, dal Cuoio gran parte delle chiamate ad Arpat foto

Viene da pensare che manchi solo Fucecchio nel quadro dei comuni con più segnalazioni pervenute all’Arpat nel triennio 2013-2015 in provincia di Pisa: dopodichè il Comprensorio è al completo, tutto intero in vetta alla classifica, con Castelfranco “prima della classe”.

E’ questa la prima cosa che salta agli occhi scorrendo la consueta analisi stilata dall’Agenzia Regionale per il nostro territorio. Un bilancio ragionato di tutte le segnalazioni che le pervengono dai cittadini e dalle istituzioni, prima generale e poi suddiviso per tipologia di problematica affrontata. Si scopre così che, parlando in termini complessivi, dal 2013 al 2015 il numero delle segnalazioni è andato decrescendo. Nel triennio gli esposti pervenuti al Dipartimento di Pisa che riguardano tutta la provincia del territorio pisano hanno registrato un numero progressivamente in calo. Infatti dai 288esposti pervenuti nel corso dell’anno 2013, siamo passati ai 259 del 2014 e ai 204 ricevuti nel corso del 2015. Andamento però che si fa altalenante nel momento in cui focalizziamo l’attenzione sui comuni del Comprensorio, che in tutta questa statistica sono veri protagonisti: se il primo dei 36 comuni della provincia per numero di segnalazioni è proprio il capoluogo, con un totale di 247 esposti in tre anni (91 nel 2013, 91 nel 2014 e 65 nel 2015), secondo, terzo, quarto, quinto e sesto posto spettano rispettivamente a Castelfranco Di Sotto, San Miniato, Santa Croce, Santa Maria a Monte e Montopoli. Seguono poi Cascina, Pontedera e San Giuliano Terme. Dati che suggeriscono una forse inevitabile omogeneità del territorio in cui viviamo, nel bene e nel male, in cui ad un certo tessuto produttivo insistente sui cinque comuni si lega una certa persistenza di taluni disagi di natura ambientale (e sicuramente anche una cultura ed una sensibilità sull’argomento più spiccata). A suggerire quanto il Comprensorio del Cuoio sia omogeneo nel suo rispondere a certe caratteristiche nella fotografia di Arpat è anche l’analisi delle tipologie di denunce che pervengono all’Agenzia. Se per Pisa, ad esempio, le segnalazioni riguardano in modo più o meno equilibrato varie categorie di problema (rumore, scarichi idrici, rifiuti e, in misura leggermente maggiore, emissioni in atmosfera) cattivi odori e qualità dell’aria in genere spiccano in tutti e cinque i comuni della Zona Cuoio.

“Le segnalazioni pervenute dai 5 comuni del Comprensorio, riguardano principalmente le emissioni in atmosfera con i numerosi impianti produttivi (aziende conciarie, depuratori, ditte smaltimento rifiuti e l’impianto a Biogas)” scrivono dall’Arpat. “Castelfranco di Sotto evidenzia un numero di esposti nettamente superiore agli altri comuni, pur risultando inferiore all’anno 2013, ma tornato superiore nel 2015 rispetto all’anno 2014. Le criticità per questa zona per il 2014-2015 provengono prevalentemente dall’impianto Waste Recycling, mentre per il 2013 oltre alla Waste Recycling si registrava il contributo di altri impianti produttivi situati sulla via Nuova Francesca.

Anche per S. Croce Sull’Arno si registra un numero leggermente inferiore al 2013 ma superiore nel 2015 rispetto al 2014; in questa area la problematica può derivare dal depuratore e dalle concerie di grosse dimensioni che rilasciano inquinanti odorigeni caratterisitici del Comprensorio. San Miniato è il secondo comune del del Cuoio con il maggior numero di segnalazioni, in questo caso il 2015 risulta inferiore all’anno precedente ma chiaramente superiore rispetto al 2013; questo territorio è caratterizzato da due ampie e distinte zone industriali che presentano insediamenti operanti, in varie tipologie produttive, ad alto impatto ambientale. Di questi impianti fa parte anche la Cuoiodepur che fa avvertire prevalentemente i propri effetti, a causa delle condizioni meteo, sull’abitato di San Romano, Montopoli e Castelfranco di Sotto. I comuni di Santa Maria a Monte e Montopoli risultano, invece, nel 2015 con un numero inferiore di esposti rispetto ad entrambi gli anni precedenti (2013-2014). Per tutti i comuni del Comprensorio del Cuoio, esiste anche una casistica che non ha trovato un riscontro oggettivo, da parte di Arpat, per cui non è stato possibile individuare la sorgente che verosimilmente può essere imputata ad altri fattori come per esempio: lo spargimento di concimi sui terreni, il transito di camion trasportanti materie maleodoranti o maleodoranze di tipo transitorio (durata molto contenuta) che si verificano in particolari condizioni meteo”.

Nilo Di Modica

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