Carnicci, ci sono 2 testimoni. Chiesta riapertura indagini

Caso Carnicci, adesso ci sarebbero due testimoni anche se non oculari, che sarebbero pronti a raccontare davanti agli inquirenti che Massimo Galioto avrebbe riferito loro di aver gettato nel Tevere Federico Carnicci, il 27enne di Santa Croce sull’Arno morto annegato nel fiume romano oltre un anno fa.

Il movente potrebbe essere legato a una questione di debiti. Tanto è emerso da un’indagine difensiva, ovvero condotta dall’avvocato della difesa Carmine De Pietro e tanto è bastato per depositare alla cancelleria della procura di Roma un dossier con cui si chiede la riapertura della indagini sulla morte di Carnicci.
Massimo Galioto è ritenuto dagli inquirenti responsabile della morte di Beau Solomon, lo studente americano che, secondo le indagini, è stato recentemente rapinato e poi gettato nel Tevere in una dinamica probabilmente molto simile a quella che ha portato alla morte del Carnicci. Secondo quanto riferito dai due testimoni rintracciati dall’avvocato De Pietro, negli ambienti dei senzatetto che vivono lungo il Tevere nella capitale, Galioto avrebbe detto loro in un caso di aver affogato due uomini nel fiume, e in un altro caso sarebbe uscito con una battuta in cui diceva che ogni tanto i toscani vanno affogati. Elementi di prova se confermati dalla procura, per i quali l’avvocato ha chiesto l’immediata riapertura delle indagini ipotizzando quindi che Galioto possa essere implicato anche nella morte di Carnicci e non solo di Solomon.
Ora il pm sulla base dell’attendibilità delle indagini difensive e probabilmente degli stessi due testimoni che vivono nelle tende lungo il Tevere e che quindi appartengono all’ambiente in cui si sarebbero consumanti le due tragedie, dovrà valutare se riaprire le indagini e magari accorparle in un unico procedimento che veda come indagato il Galioto.
Carnicci, trasferitosi solo negli ultimi anni nel comprensorio del Cuoio insieme alla famiglia, separato e padre di un bambino, aveva deciso di licenziarsi dal lavoro e di tornare nella capitale per vivere come artista di strada. Il 7 luglio 2015, di lui si erano perse le tracce, 10 giorni dopo il suo cadavere era riemerso nelle acque del Tevere.

 

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