Rave party a San Donato, in arrivo decine di denunce

Sono decine le persone che adesso rischiano di essere denunciate per i fatti collegati al rave party del 31 dicembre, organizzato senza averne titolo in un capannone vuoto dell’interporto di San Donato nel comune di San Miniato. Il principale reato è rappresentato dall’occupazione abusiva, sempre che nel corso delle indagini non emergano altri elementi di rilevanza penale.

Le forze dell’ordine infatti hanno identificato diverse persone durante il rave party, in particolare i carabinieri intervenuti fin da subito. La festa si è protratta fino alla mattina del 2 gennaio, quando è scattata la procedura per lo sgombero grazie all’intervento delle forze tra cui la polizia municipale, la polizia di Stato della questura di Pisa e carabinieri della compagnia di San Miniato e del comando provinciale. Ripristinato l’ordine pubblico quindi scatta l’iter giudiziario per capire di chi sia la responsabilità di avere organizzato la festa senza autorizzazione del proprietario dell’immobile attualmente oggetto di una curatela, né tanto meno del comune. Al momento dello sgombero, che è avvenuto in modo pacifico le forze dell’ordine la mattina del 2 gennaio hanno trovato dentro il capannone circa 300 persone, una piccola parte rispetto al numero complessivo dei partecipanti.
I carabinieri che stanno procedendo nelle indagini cercando anche di appurare le varie responsabilità. Nella vicenda infatti potrebbero emergere vari ruoli da quello di coloro che hanno semplicemente partecipato alla festa, fino a quello dei promotori , una posizione più grave. Questi infatti potrebbero avere materialmente organizzato la festa non autorizzata e adesso rischiano la denuncia per occupazione abusiva di edifici e terreni con le eventuali aggravanti che ravviserà il magistrato.
Un lavoro abbastanza lungo per le forze dell’ordine che adesso dopo aver accertato i fatti e garantito l’ordine pubblico, dovranno impiegare vario tempo nella compilazione degli atti che potrebbero poi sfociare in un decreto del giudice se non addirittura in un processo. (g.m.)

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