Coppia di Montopoli era mandante di rapine ed estorsioni foto

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Due Montopolesi sono finiti nei guai con l’accusa di rapina aggravata ed estorsione messe in atto in più occasioni nel corso del 2016 ai danni di una coppia residente a Capannori in provincia di Lucca.

Due coniugi Andrea Meucci di 40 anni nullafacente e Francesca Nervo 46enne infermiera, entrambi di Montopoli, secondo le indagini del sostituto procuratore Antonio Mariotti della procura di Lucca sono risultato i mandanti di due rapine messe in atto ai danni della famiglia capannorese e di varie estorsioni ai danni di una famiglia lui muratore e lei estetista.
I fatta si sono consumati nel corso del 2016 e gli esecutori materiali sono stati tre cittadini di origine straniera residenti a Savona Garcia Escano Teofilo, Peguero Quezada José Antonio e Montero Montero Eugenio. I tre operai del porto di Savona in due occasioni si erano introdotti in casa della coppia e dopo aver picchiato e minacciato il marito si erano fatti consegnare almeno 5mila euro la prima volta e 6mila nella seconda occasione. Dalla ricostruzione dei fatti poi è risultato che la coppia capannorese aveva più volte fatto versamenti da 3000 euro, attraverso il circuito Money gram a favore dei due mandanti. Le indagini sono state condotte dai carabinieri e sono ancora in corso per capire il legame tra le vittime e Meucci, uno dei due mandanti che la coppia aveva, conosciuto durante un soggiorno a Santo Domingo. Meucci per quanto residente a Montopoli è stato rintracciato dai carabinieri a Cerreto Guidi.
I tre sicari, nella prima rapina risalente al marzo 2016, erano entrati in casa della coppia di Capannori all’alba, impugnando una pistola e minacciando tutti. In quel caso, erano riusciti a farsi consegnare la somma di 5mila euro ma prima di allontanarsi avevano minacciato la coppia di ritorsioni se avessero avvisato i carabinieri. Marito e moglie atterriti avevano cercato di voltare pagina per lasciarsi alle spalle quel brutto episodio che tra l’altro si era consumato davanti agli occhi dei loro bambini. Ma qualche mese dopo, a giugno, sempre nelle prime ore del mattino, i tre rapinatori – ancora a volto scoperto – si erano di nuovo presentati in quella casa, stavolta imbracciando una mazza e minacciando tutti con una bottiglia di liquido infiammabile di dar fuoco alla casa. “I soldi o appicchiamo l’incendio”, avevano detto in accento spagnolo. Davanti a quelle minacce, le vittime avevano consegnato altri 6mila euro e alcuni monili in oro.
Sembrava dover essere finito tutto lì, ma qualche tempo dopo i banditi si sono fatti di nuovo vivi per telefono. Con le stesse minacce e le stesse richieste di denaro a cui la famiglia ha provveduto con diversi versamenti per un totale di 3mila euro attraverso il circuito money gram, grazie a cui i rapinatori ricevevano il denaro a S. Domingo, senza il rischio di essere identificati. Ma all’ennesima richiesta di soldi, marito e moglie sono crollati. E si sono decisi a presentarsi ai carabinieri.
Il muratore e la moglie hanno raccontato quanto accaduto loro, avanzando anche dei sospetti. L’uomo, infatti, non conosceva i suoi aguzzini ma, avendo lavorato a Santo Domingo, non aveva dubbi che fossero di quel paese. Il cerchio si era dunque subito ristretto al legame con questo paese, e durante le indagini era emerso che la vittima e Meucci avevano intrattenuto rapporti, di che natura ancora non si sa, durante il soggiorno in quel paese dei Caraibi. Da qui in poi il quadro ha iniziato a farsi lentamente più chiaro per gli inquirenti. Che hanno ipotizzato che a tirare le fila di tutto ci fossero proprio Meucci e la moglie. Attraverso i tre dominicani, conosciuti all’estero, Meucci aveva fatto calare, in qualche modo, una cappa di paura sulla famiglia capannorese.
Per l’accusa, era stato Meucci ad assoldare i banditi, convincendoli che sarebbe stato un compito facile facile. Per questo i rapinatori si erano presentati a casa della coppia di malcapitati senza travisamenti e senza troppe remore a fare minacce.
Molto più che un dettaglio, ed è questo che li ha traditi. Attraverso anche alcune indagini di natura tecnica, infatti, i carabinieri del nucleo investigativo di Lucca sono riusciti a ricostruire la loro identità e a individuare dove lavoravano: tutti e tre i dominicani sono stati arrestati in alcuni cantieri navali di Savona, dove lavoravano regolarmente.
Francesca Nervo, invece, che di lavoro fa l’infermiera, è stata trovata nella casa di Montopoli Valdarno dove fino a qualche tempo prima conviveva con il marito. Quest’ultimo è finito in manette, dopo che i carabinieri erano riusciti a rintracciarlo in un’altra casa a Cerreto Guidi.

 

Roberto Salotti

 

 

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