Armi acquistate on line, due denunciati

Acquistavano armi micidiali per corrispondenza dalla Polonia, eludendo i divieti previsti dalla legge italiana. Si è chiusa con perquisizioni e 78 denunce l’attività di indagine nei confronti di 80 soggetti residenti in Italia – che hanno acquistato per corrispondenza dall’estero armi ad aria compressa con potenza superiore a 7,5 joule, considerate quindi, armi da fuoco – che ha portato a sequestrare oltre 90 armi detenute illegalmente. Nella provincia di Pisa, sono state eseguite due perquisizioni a carico di due persone ritenute responsabili di acquisto di armi per corrispondenza.

I poliziotti – nello specifico 48 squadre mobili coordinate dal Servizio centrale operativo – a partire dalle prime ore della mattina del 13 giugno scorso, hanno effettuato 78 perquisizioni in tutto il territorio nazionale – in esecuzione di specifico decreto di perquisizione locale e di sequestro emesso dalla Procura della Repubblica al tribunale di Enna – nei confronti di altrettante persone, residenti in diverse località della penisola, tutte indagate per acquisto di armi per corrispondenza nonché per detenzione illegale di armi comuni da sparo/armi clandestine, reati commessi fra il 2016 ed il 2017, quando gli indagati avevano acquistato dalla Polonia armi ad aria compressa con potenza superiore ai limiti consentiti dalla legge italiana per la libera vendita, ovvero superiore a 7,5 joule, considerate quindi secondo la legislazione vigente, armi da fuoco.
I fatti risalgono al settembre 2016, quando gli uomini della squadra mobile e della sezione polizia postale e delle telecomunicazioni di Enna, vevivano a conoscenza del fatto che un soggetto residente nella provincia di Enna aveva acquistato svariati prodotti da negozi on line, fornendo dati di pagamento di carte di credito rivelates clonate. Pertanto, all’epoca, gli investigatori del capoluogo siciliano predisposero un idoneo servizio per intercettare parte della merce proveniente dalla truffa.
Gli agenti, quindi, hanno monitorato un corriere intento ad effettuare consegne nel centro di Centuripe e nella circostanza hanno sorpreso un uomo intento a ritirare, dall’addetto della società di trasporti, il pacco contenente la merce oggetto della denuncia di un commerciante. L’uomo sottoposto a perquisizione in casa è stato trovato trovato in possesso di altra merce di apparente provenienza illecita, per lo più acquistata on line. Tra questa anche un fucile ad aria compressa di fabbricazione turca, calibro 22 (5,5 mm), completo di munizionamento, un cannocchiale di precisione per fucile, il tutto acquistato da una società avente sede in Polonia. L’arma risultava essere di potenza pari a 27 joule, pertanto astrattamente non di libera vendita, nonché clandestina, in quanto mancante dei requisiti di legge per la sua introduzione del territorio nazionale. 
L’uomo, colto in flagranza dei reati di ricettazione di merce provento di truffa e di detenzione di arma clandestina e ricettazione della stessa arma all’epoca fu arrestato. Si è risaliti poi alla provenienza dell’arma, acquistata online da un sito polacco ed inviata tramite corriere sul territorio nazionale.
La squadra mobile di Enna ha poi portato avanti l’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Enna, che ha richiesto all’autorità giudiziaria polacca di accertare chi fossero stati i soggetti residenti in Italia che avevano acquistato per corrispondenza armi vietate dalla legislazione italiana dal 2016 al 2017 alla ditta estera.
La magistratura polacca, che coordinava le indagini, ha fornito così 81 fatture di acquisto di armi da parte di soggetti residenti nel territorio italiano, tutti debitamente identificati dalla squadra mobile di Enna, attraverso un complesso e certosino lavoro – svolto anche con la collaborazione delle altre squadre mobili coinvolte – di incrocio dei dati ricavabili dalle fatture, con le banche dati in uso alle forze di polizia, anche quelle contenenti dati fiscali, e gli uffici anagrafe dei Comuni interessati. Da questi dati la Procura della Repubblica emetteva il decreto di perquisizione locale e di sequestro con contestuale informazione di garanzia a carico degli 80 acquirenti di armi. Per dare esecuzione ai provvedimenti in questione, sono state delegate le squadre mobili secondo la rispettiva competenza territoriale.
Complessivamente, nel corso delle operazioni, sono stati eseguite 78 perquisizioni, che hanno portato ad identificare oltre 90 soggetti. Sono state denunciate 78 persone, a vario titolo, perché trovati in possesso di armi illecitamente acquistate, a carico dei quali si è proceduto alla contestazione di reato per la violazione delle norme sull’acquisto di armi per corrispondenza e il reato di omessa denuncia della detenzione armi nonché ka detenzione di arma clandestina e/o arma comune da sparo. Sono state poi sequestrate 92 armi, di svariati modelli, di fabbricazione straniera, ed in particolare 80 carabine e 12 pistole ad aria compressa. Inoltre, per le armi sequestrate è in corso l’approfondimento degli accertamenti per verificare se le stesse risultino catalogate e/o verificate nel Catalogo nazionale armi, ed appurarne quindi la natura clandestina.
Fra i riscontri degni di maggior attenzione quello svolto dalla squadra mobile di Rimini, che ha trovato a casa di un unico soggetto 15 fucili ad aria compressa, di potenza verosimilmente superiore a 7,5 joule, tutti dotati di mirino ottico, nonché un vero e proprio poligono privato nel giardino.
Nell’operazione sono stati impiegati oltre 500 poliziotti su tutto il territorio nazionale. La Procura della Repubblica di Enna, ha coordinato le indagini, nella persona del procuratore capo Massimo Palmeri e del sostituto procuratore Francesco Lo Gerfo.
Perfetta si è rivelata la sinergia tra gli uomini delle varie squadre mobili che hanno operato, coordinate dal servizio centrale operativo.

 

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