
“Il ricorso va fatto e va fatto peso, gli elementi ci sono”. Sono queste le parole che Alessio Spinelli questa mattina ha ripetuto di più di fronte agli oltre 50 cittadini riuniti nella sala del consiglio per l’incontro indetto dall’amministrazione per i ‘pizzicati’ dall’autovelox sulla via Sanminiatese a San Pierino. Un faccia a faccia che con qualche eccezione è proceduto fra domande e risposte, con il Comune che si è fatto capofila della protesta dei cittadini e messo a disposizione per un ricorso collettivo.
“Il ricorso va fatto e va fatto anche peso – ha ribadito più volte il sindaco, invitando i cittadini che vogliano ricorrere a mettersi in contatto col comune –. Quell’autovelox viene da lontano e ha anche ragioni storiche ben precise, dovute ad una strada che purtroppo è stata teatro di numerosi incidenti. Detto questo credo che dopo tutti i lavori che ci sono statti fatti il limite a 50 chilometri orari non abbia ragione di esistere. Per non parlare del fatto che il Comune sta provando da circa vent’anni di far allargare quella strada, fino all’ultimo progetto inviato in Regione pochi giorni fa a spese nostre”. L’invito dell’amministrazione è quindi quello di ricorrere, dopo il congelamento dell’invio di tutti i verbali relativi alle infrazioni successive all’8 dicembre e la decisione, accolta due giorni fa dalla Polizia Municipale dell’Unione su richiesta del sindaco, di spengere l’apparecchio. “Sono parte lesa in questa vicenda. Decisi di riattivare lo strumento per garantire la sicurezza, riattivando i controlli esattamente nello stesso punto dove era sempre stati fatti e dove venivano rilevate alcune decine di infrazioni al mese – ha detto Spinelli –. Invece mi sono ritrovato uno strumento che ha sanzionato più di 5mila persone. Dobbiamo capire perché si è verificata questa situazione”. Sanzioni che in gran parte sono state fatte nell’intervallo fra 55 e 59 chilometri orari, spesso arrivando a pioggia nelle stesse famiglie.
“Nella mia famiglia ne sono arrivate 7-8 e non sappiamo se ce ne sono altre in arrivo. Ce le hanno notificate una dopo l’altra, un giorno dopo l’altro. Sono tutte prese alla stessa velocità, sforano di uno, due tre chilometri – racconta Giancarlo, residente nel comune –. Come rischiamo a fare ricorso? Se le multe non si pagano subito si rischia che la cifra venga maggiorata, chi ci garantisce che questo non avvenga?”. “In tutta la famiglia siamo a 8, alcune già pagate, altre no, le abbiamo prese anche con il mezzo della ditta e su quella strada ci passiamo sempre – racconta invece Roberto –. Si parla di un salasso di 4-500 euro”. “Ho chiesto tutte le carte alla Polizia Municipale, alla Metrocittà e all’Unione, guarda caso l’ordinanza che fissa il limite di velocità in quel tratto non si trova – ha spiegato Spinelli, per in vista del ricorso collettivo promosso dal comune si sta appoggiando a Federconsumatori –. A seguito della richiesta di far spengere l’apparecchio, l’autovelox è stato bloccato a tempi record. Sono tutti elementi che mi fanno pensare che qualche ragione i ricorrenti l’avranno. I cittadini hanno 30 giorni dalla notifica per fare ricorso al Giudice di Pace e 60 al Prefetto. Nel caso quest’ultimo non approvi il ricorso c’è la possibilità di tornare per un secondo grado al Giudice di Pace”.
Parole che hanno scatenato in più occasioni i membri dell’opposizione presenti in assemblea, come Simone Testa (Fi) e Marco Cordone (Lega). “La scelta di rimettere l’autovelox nel 2017, l’ha presa l’Unione con il voto favorevole di tutti, Spinelli compreso – dice Testai, aggiungendo che dopo numerosi solleciti, non è ancora riuscito a farsi inviare la famosa ordinanza della Metrocittà in cui si fissa il limite di velocità -. Se non si voleva far cassa ma garantire sicurezza si lavorava sull’illuminazione, sulla segnaletica e poi sul limite. Dire ai cittadini di ricorrere adesso è rischioso, perché tutto fa pensare che l’apparecchio sia in regola”.
Nilo Di Modica