Uno degli ultimi partigiani empolesi, addio Rolando foto

Oggi a Empoli il saluto

Con rito civile alla Vela Margherita Hack, oggi 4 agosto Empoli ha salutato Rolando, presenti cittadini, associazioni e autorità istituzionali degli 11 comuni dell’Empolese Valdelsa, compresi sindaco e gonfalone di Fucecchio.

Rolando Fonanelli è morto nella notte di lunedì 3 agosto a 96 anni. Era uno degli ultimi partigiani empolesi, che ha combattuto per liberare la città e l’Italia dal nazifascismo.
Memoria storica, punto di riferimento, Rolando Fontanelli fu uno dei 530 volontari che nel febbraio 1945 partirono da piazza del Popolo per unirsi alla Resistenza. Militò nella divisione Cremona col soprannome de ‘Il magro’, partecipando alla liberazione di Alfonsine (Ravenna).

Figura chiave anche dell’Anpi, ha passato gran parte della sua vita a ‘insegnare’ e tramandare ai più giovani i suoi racconti e le sue esperienze da partigiano. Era molto presente nelle scuole per portare la sua testimonianza della Resistenza.

“Ho voluto qui – ha detto la sindaco di Empoli Branda Barnini – tutti i sindaci e i gonfaloni dell’Empolese Valdelsa perché Rolando era un patrimonio di tutti noi. Forse siamo gli ultimi sindaci fortunati che hanno incrociato persone come Rolando. Queste fasce tricolori diventano sempre più pesanti da portare. Questi mesi di distanza hanno pesato tanto perché Rolando era relazione e noi sappiamo che il peso che ci lasci è quello di non disperdere il tuo impegno moltiplicato.

Hai voluto metterci in guardia contro i nuovi fascismi e lo hai fatto con una missione alla portata di tutti. Oggi ci sono tanti giovani ed è il simbolo più bello del lavoro che hai compiuto. Significa aver lasciato un seme che crescerà. Mentre lo salutiamo con tutto questo bene che ci avete lasciato”.

Il saluto dell’Anpi a Rolando è pieno di emozioni e significato, di cuore e genuino come era lui. “Mai ci abitueremo a dire addio a un partigiano a cui dobbiamo dire solo grazie per la libertà che ha dato a tutti. La sua idea era che la Resistenza dovesse andare avanti e si era armato della parola andando ovunque per raccontarsi. Aveva l’arte di saper ascoltare”.

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