Lupi a La Serra sbranano due pecore, altre hanno abortito per lo spavento. Il proprietario: “Servono provvedimenti”

“I costi di smaltimento sono a mio carico e nessun risarcimento”

Sono entrati di notte nel recinto delle pecore a meno di 100 metri dalle case e le hanno sbranate. Il bilancio in termini di animali morti è di due esemplari, ma il danno è ancora più ampio. A denunciare il fatto è Raffaele Lopardo che abita a La Serra, frazione di San Miniato e lì ha la sua azienda agricola. Dopo la spiacevole visita dei lupi a inizio ottobre si è guardato intorno per capire cosa potesse fare, ma non si immaginava che avrebbe dovuto rimetterci ancora.

Lopardo non fa soltanto il pastore. Anzi, le pecore le tiene perché ama gli animali, è più per passione che per rendita che le tiene e infatti non ne ha molte: poco più di una decina. Se già la perdita di due esemplari su 12 non è cosa da poco, la batosta è arrivata il giorno dopo. “Non è solo il danno delle pecore uccise – ha detto Lopardo -, quanto il fatto che altre due hanno abortito e altre molto probabilmente non ingravideranno mai per lo spavento che hanno avuto. Queste cose me le ha dette il veterinario quando ho denunciato all’Usl e sono venuti a controllare”.

Ma non è finita qui: “Poi – ha spiegato – le spese per lo smaltimento me le sono sobbarcate io, senza nessun rimborso. Anche da Coldiretti, dove sono andato per chiedere un parere, mi hanno detto che è inutile denunciare, perché tanto nessuno ha mai ottenuto un risarcimento in questi casi”.

Non solo, quindi, gli animali uccisi, ma anche il resto del gregge compromesso e un danno economico non indifferenze. È chiaro che le pecore non possano essere sotterrate e smaltirle correttamente ha un costo piuttosto elevato. Non sarebbe nemmeno un caso isolato nel comune di San Miniato: “A un altro pastore di Corazzano gliene hanno ammazzate 15 – ha aggiunto Lopardo – ha dovuto pagare 1500 euro per smaltirle”. Di casi riferiti poi ce ne sono anche altri chi con più danni e chi con meno, ma, nella sostanza, quello che chiedono i pastori sono dei “provvedimenti per contenere la popolazione dei lupi”.

Nell’azienda di Lopardo è la prima volta che i lupi attaccano le pecore, ma desta preoccupazione anche l’estrema vicinanza alle abitazioni che in alcuni casi hanno raggiunto. “È vero – ha commentato il titolare dell’azienda agricola – si dice che non attacchino l’uomo, ma è sempre meglio non trovarseli davanti. Serve un meccanismo di controllo della proliferazione. Perché se quest’anno sono 20, l’anno prossimo saranno ancora di più e ogni ulteriore ritardo può peggiorare la situazione. Il problema è che ‘figliano’ due volte all’anno e diventando troppi poi non riescono a trovare abbastanza cibo”.

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