Capriolo sbranato a San Miniato Basso, “Bisogna capire se sono lupi o ibridi”

"Scontiamo un vuoto normativo attorno ai comportamenti da attuare"

Nuovo macabro ritrovamento nelle campagne di San Miniato, dove questa mattina 28 ottobre, in un campo, sono stati ritrovati i resti di un capriolo sbranato e consumato nella notte. Se si tratti di lupi o di altro, come cani ibridati, di preciso non si sa, ma una carcassa ridotta così a poche centinaia di metri dal centro abitato se la ricordano in pochi. Il ritrovamento è avvenuto in un’oliveta adiacente al primo tratto di via Pozzo a San Miniato Basso, a meno di duecento metri dalla sede della Misericordia.

carcasse di animali sbranati nelle campagne di San Miniato

Un esemplare giovane del quale non restano che poche ossa e pelle. Opera di un più animali, non uno solo. E subito la memoria va ai casi recenti di pecore attaccate sempre nel saminiatese: la scorsa settimana, ad esempio, sono state due pecore a La Serra finire a terra (qui), mentre altre superstiti per lo spavento hanno abortito, con ulteriore danno per l’allevatore. In estate, poi, altri attacchi a greggi sono stati registrati a Corazzano, mentre alcuni avvistamenti sono stati fatti nella zona di Collebrunacchi, sempre in Valdegola.

“Questi sono cani ibridati – dice sicuro Luciano Pertici, presidente della zona di ripopolamento e cattura San Miniato – solo loro si avventurerebbero così vicini alle case. In ogni caso da tempo i cacciatori e non solo segnalano la presenza di vari cani ‘inselvatichiti’ che ormai scorrazzano per i nostri boschi. Forse sono ibridi, incrociati con cani cecoslovacchi. In ogni caso non credo sia una bella esperienza trovarseli di fronte in bosco. Nei mesi scorsi il comune di San Miniato aveva aperto i lavori per la costituzione di un ‘tavolo verde’, che mettesse al centro del dibattito le questioni agroforestali, ma anche quelle venatorie (qui). C’è stato un incontro, al quale molti rappresentanti dei cacciatori hanno fatto pressione perché ci si muovesse almeno nella direzione di capire con cosa abbiamo a che fare. Ma fino ad ora non ci sono state prese di posizione concrete”.

Il dubbio è sempre lo stesso e riguarda il fatto di identificare gli animali che stanno facendo danni agli allevamenti, se siano protetti o meno. “Ci stiamo mobilitando da tempo – dice la vicesindaco e assessore alle attività faunistiche e venatorie Elisa Montanelli –, anche a seguito delle segnalazioni che pervengono al comune e alla polizia municipale, ma al momento il piano del Ministero per il monitoraggio, la cattura e l’eventuale pianificazione del contenimento è fermo. I veterinari con i quali siamo in contatto, come anche gli esperti della Regione, ci dicono che molto probabilmente si tratta di cani ibridi, che non sarebbero quindi protetti dalle leggi e convenzioni. Per stabilire questo però c’è solo il Dna e progetti messi in campo in passato si sono rivelati inefficaci, oltre che dispendiosi. Scontiamo, inoltre, un vuoto normativo attorno ai comportamenti da attuare anche in caso ci si trovi di fronte a esemplari ibridi. Per tutti questi motivi ci faremo sentire anche con la nuova giunta toscana”.

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