Uso illecito di fitofarmaci in agricoltura: 56 denunce e un milione di euro di multa foto

Le indagini hanno riguardato anche Lucca, Pisa, Prato e Firenze

Fitofarmaci in agricoltura: i Forestali di Pistoia denunciano 56 persone per utilizzo illecito. Al termine di una indagine che ha coinvolto diverse province della Toscana, compresa quella di Pisa.

E’ durata due anni e mezzo l’indagine che ha riguardato il rispetto della normativa vigente in merito all’utilizzo e conservazione di prodotti fitosanitari in agricoltura. I Forestali hanno accertato centinaia di violazioni amministrative e penali a carico di decine di aziende agricole che utilizzavano i prodotti chimici (insetticidi, fungicidi e diserbanti) con autorizzazione al commercio revocata, in alcuni casi, anche da diversi anni.

L’attività di controllo in questo settore è di particolare importanza, spiegano i carabinieri, in quanto non solo tende alla protezione dell’ambiente ma soprattutto alla tutela della salute umana. I fitofarmaci, infatti, se non correttamente utilizzati, finiscono nella catena alimentare e possono potenzialmente creare problemi alla salute umana.

A seguito di alcuni controlli a campione risultati sempre irregolari, il nucleo Investigativo di polizia ambientale agroalimentare e forestale di Pistoia ha effettuato una serie di accertamenti mirati che hanno riguardato sia attività di commercio che di impiego diretto nei vivai o in aziende a produzione di ortaggi destinati ad essere immessi nel circuito della grande distribuzione e quindi all’alimentazione umana.

Le attività illecite accertate hanno visto medi e grandi rivenditori di prodotti agricoli che continuavano a vendere ai coltivatori toscani prodotti fitosanitari con autorizzazione del ministero della salute revocata già da molto tempo, in alcuni casi anche da diversi anni.

Gli agricoltori, spesso ignari, provvedevano quindi a spargere sui terreni e sulle loro colture, anche agroalimentari, prodotti chimici che avrebbero dovuto essere invece destinati allo smaltimento come rifiuti speciali. Il fatto che la normativa di settore preveda che i soggetti coinvolti nel commercio e utilizzo tali prodotti, proprio per la loro pericolosità per l’ambiente e per la salute pubblica, debbano essere muniti di apposito patentino esclude l’ignoranza scusabile e conferma il dolo da parte di queste aziende coinvolte che in effetti traevano un doppio profitto da tale condotta: da una parte risparmiavano i costi di smaltimento dei rifiuti speciali e dall’altra fatturavano introiti da prodotti in realtà invendibili.

Le indagini hanno portato a 4 perquisizioni, 53 comunicazioni all’autorità giudiziaria di notizie di reato, 24 sequestri di rifiuti agrochimici, 56 denunce e 160 sanzioni per 1 milione di euro. L’inchiesta a portato ad accertare che tre tonnellate di prodotti revocati erano detenuti illecitamente, e due tonnellate e 800 chili erano stati distribuiti nel campi coltivati.

Le indagini non si sono fermate a Pistoia, ma sono proseguite per l’intera Toscana, portando all’apertura di altri fascicoli in Procura a Firenze, evidenziando un traffico di prodotti fitosanitari con autorizzazioni del ministero della Salute revocate, organizzato da alcuni rivenditori di prodotti per l’agricoltura delle provincie di Pistoia, Firenze, Prato, Pisa e Lucca.

I rivenditori , invece di smaltire i prodotti revocati come rifiuti speciali pericolosi continuavano a venderli con un doppio guadagno, generato dalle mancate spese di smaltimento più il guadagno ricavato della vendita di tali prodotti rifiuti. Gli otre 60 controlli effettuati presso altrettante società, hanno permesso di accertare nella quasi totalità dei casi, violazioni di natura amministrative o penali, determinando una percentuale di positività pari a circa il 70% per le violazioni penali e di oltre il 80% per le violazioni amministrative.

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