Addio a Marco Giglioli, l’architetto che ha lasciato il segno nei palazzi di San Miniato

Tra le altre cose, diresse i lavori di ristrutturazione del palazzo comunale e curò l’ampliamento della Rsa Del Campana Guazzesi

A San Miniavo aveva lavorato per molto tempo e aveva lasciato la sua firma su molti dei palazzi comunali, municipio compreso. È morto ieri sera, 26 marzo, Marco Giglioli, 64 anni, architetto di Castelfiorentino che da tempo lottava contro una malattia.

Tra le opere che aveva curato nella città della Rocca c’è la ristrutturazione del San Martino, l’ampliamento della casa di riposo Del Camapana Guazzasi, ma anche, durante la giunta Frosini, i lavori di ristrutturazione del palazzo comunale. A lui si deve il restauro conservativo delle due sale storiche, quella delle 7 virtù e quella del consiglio comunale che da 2008 sono due gioielli per il Comune.

“Dire in poche parole chi era Marco è davvero difficile – questo il saluto del sindaco di Castelfiorentino Alessio Falorni -. È stato un protagonista della vita culturale, economica e politica di Castelfiorentino e della Valdelsa, e un uomo che ho stimato profondamente, uno dei personaggi più brillanti e capaci che ho conosciuto nella mia attività di sindaco. Uno di quelli con cui è sempre bello parlare, perché alla fine di ogni chiacchierata ti senti arricchito.

Ha ricoperto ruoli di primo piano nell’amministrazione comunale, di cui è stato prima consigliere comunale, e poi assessore all’ambiente e al commercio, rispettivamente sotto i sindaci Frediani e Regini. È stato uno dei principali animatori del Lion’s Club Boccaccio, del quale è stato anche presidente.

Anche nella sua attività professionale, Marco era davvero un numero Uno. Ho avuto modo di ricordare ieri sera con qualche imprenditore di Castelfiorentino, con cui ha collaborato, la sua capacità di saper creare dal nulla, e risolvere con facilità e soluzioni brillanti dei problemi che sembravano insormontabili. Gli dobbiamo la progettazione di alcune delle opere più apprezzate della nostra cittadina, come il Parco Gino Bartali (Parco urbano) e il Parco Silvano Piovanelli (Parco della Pieve).

Mi stringo in un profondo abbraccio alla sua famiglia, in particolare a Cristina, sua sorella, e a Grazia, donna altrettanto straordinaria con la quale si era recentemente sposato. Mi auguro che, tutti assieme, possiamo davvero ricordarlo come merita”.

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