Rifiuti, terremoto in Alia: indagati 33 dirigenti e responsabili. Misure interdittive per 9

L’operazione scaturisce da un’indagine avviata nel 2016

Terremoto in Alia e società collegate. Oggi (27 maggio) i carabinieri di Firenze hanno eseguito 9 misure di interdizione dai pubblici uffici nei confronti di dirigenti e funzionari.

Le misure variano da un massimo di 12 a un minimo di 3 mesi.

I militari dell’Arma hanno anche provveduto al sequestro preventivo di alcune aree dell’impianto Polo Tecnologico di San Donnino gestito dalla stessa Alia Spa.

L’operazione, come spiegato dal comandante Carmine Rosciano, scaturisce da un’indagine avviata nel 2016 che ha consentito di rilevare una serie di illeciti ambientali posti in essere dalla società di gestione, con grave nocumento per salute pubblica e ambiente.

In particolare, dalle indagini compiute è risultato che la società a maggioranza di capitale pubblico avrebbe gestito illegalmente ingenti quantitativi di rifiuti speciali non pericolosi costituiti da ammendante comportato misto, prodotto presso l’impianto Tmb, disperdendolo nell’ambiente con modalità non conformi a quelle previste dall’autorizzazione; smaltito illecitamente varie tipologie di rifiuti speciali non pericolosi presso la discarica di Case Passerini; scaricato sistematicamente sul suolo rilevanti quantità di percolato, prodotto presso l’ex discarica di Bosco ai Ronchi, all’interno di alcuni laghetti non impermeabilizzati; conferito in vari impianti ingenti quantitativi di rifiuti speciali non pericolosi prodotti presso l’impianto di Faltona, utilizzando codici di classificazione (Cer) non corretti al solo fine di conseguire un ingiusto profitto indiretto rappresentato dal risparmio sui costi di gestione che altrimenti dovevano essere affrontati.

L’attività rappresenta il prosieguo dell’operazione condotta dagli stessi reparti nel dicembre 2017, con il sequestro di un impianto di trattamento rifiuti e 570 tonnellate di rifiuti speciali non pericolosi.

Contestualmente, sono state notificate informazioni di garanzia nei confronti di 33 indagati fra dirigenti e responsabili della società di gestione di servizi ambientali per i reati continuati, in concorso, di traffico illecito di rifiuti, frode nell’esercizio del commercio e getto pericoloso di cose.

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