Accuse dagli operatori di Shalom, la municipale non ci sta e il comandante va in Procura

Massimo Luschi respinge la ricostruzione fornita dall'associazione: "In piazza solo maggiorenni: nessuna sanzione ma solo un richiamo. Gli agenti sono stati educati"

“È doveroso ristabilire la verità su come si sono realmente svolti i fatti, anche e soprattutto per difendere l’operato legittimo degli agenti. Per questo segnaleremo tutto alla Procura della Repubblica, perché chi pensa di screditarci raccontando cose mai accadute deve risponderne legalmente”. È deciso ad andare fino in fondo il comandante della polizia municipale dell’Empolese Valdelsa Massimo Luschi, intervenendo dopo la polemica sollevata pochi giorni fa dal movimento Shalom. Sotto accusa l’atteggiamento di due agenti della polizia municipale, intervenuti per riprendere gli educatori dei centri estivi di Fucecchio che – stando al racconto degli stessi educatori – stavano giocando a pallone con alcuni bambini, in piazza Vittorio Veneto, in attesa che gli ultimi genitori venissero a riprenderli.

“Peccato che le cose non siano andate proprio così”, ribatte il comandante Luschi citando il verbale firmato dai due agenti. “Perché in quel momento – dice – di bambini in piazza Vittorio Veneto non ve ne erano. C’erano invece due ragazzi di circa 18 anni e una ragazza di 20. Uno di loro ha calciato con violenza il pallone contro il muro della scalinata della chiesa, per poi andare a rotolare fra i piedi degli agenti che in quel momento si stavano avvicinando. Niente a che vedere, dunque, con il racconto secondo cui il pallone sarebbe stato calciato innocentemente da un bambino”. Il comandante chiarisce anche che non è stata elevata alcuna sanzione, ma che i tre giovani educatori di Shalom “sono stati solo richiamati, come è legittimo per chi fa il proprio lavoro. Gli agenti si sono comportati in maniera molto educata – aggiunge Luschi – a differenza della reazione spazientita della ragazza”.

Da qui la decisione del comandante di intervenire pubblicamente, “per ristabilire la verità delle cose”, ma anche per annunciare l’intenzione di perseguire le vie legale. “Faremo una annotazione alla Procura della Repubblica di Firenze – riprende il comandante – per raccontare quanto è accaduto e come è stato raccontato, inviando anche tutti i commenti infamanti che sono stati scritti sui social, dai soliti leoni da tastiera, a corredo della notizia. È inutile che adesso qualcuna corra a cancellarli perché abbiamo già preso traccia di tutto. Da parte nostra abbiamo sempre improntato l’operato del comando ad un confronto maturo e positivo col cittadino. Chi pensa di screditarci o di rappresentare cose mai accadute deve risponderne. Noi sicuramente procederemo”.

Sostieni l’informazione gratuita con una donazione

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di Cuoio in diretta, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.