Crack finanziario di due società fiduciarie, in 30 coinvolti nel maxi processo

Il Mise condannato a risarcire due milioni di euro

Crack finanziario “Reno” e “Previdenza”, coinvolti circa 30 persone della provincia di Pisa nel maxi processo collettivo per il risarcimento dei danni subiti. Il Mise condannato a pagare oltre 2 milioni di euro.

Nel 2012 la prima sentenza a favore di circa 50 clienti e ora alcuni giorni fa una seconda sentenza del Tribunale di Roma che condanna il Ministero dello sviluppo economico a risarcire 172 persone per omessa vigilanza dopo il crollo di due fiduciarie La Reno spa e La Previdenza spa. Un crack che provocò danni economici a migliaia di risparmiatori italiani. Nell’ultima sentenza coinvolte anche circa 30 persone residenti a Pisa e dintorni.

Lo tsunami economico/finanziario aveva portato a un buco complessivo di oltre 300 milioni di euro negli anni ’90 e infatti i risarcimenti dell’ultima sentenza vanno da 30mila fino a 300mila euro a seconda degli investimenti fatti. Un maxi-processo collettivo che non sarà l’ultimo che ha visto il Mise costretto a risarcire gli ex clienti della società perché per i giudici  avrebbe dovuto sorvegliare sul corretto operare degli uomini della Previdenza e della Reno, dovrà pagare. E la sentenza spiega nei dettagli come un’effettiva responsabilità da parte della pubblica amministrazione, nella fattispecie sia configurabile. Ma tra le conseguenze più interessanti dell’intera vicenda sono le modalità con le quali il giudice ha disposto il pagamento di questi risarcimenti. In altri termini, il giudice ha disposto che la base per il calcolo non fosse il danno emergente o il lucro cessante, ma direttamente la somma investita e che su di essa si inneschi un meccanismo di rivalutazione progressivo, cioè l’applicazione del tasso ad aggiustamenti annuali.

Si legge inoltre sentenza: “Il Ministro dell’epoca, in data 10.5.1985, con il volontario ritardo della pubblicazione della revoca dell’autorizzazione alla società Reno, e procedendo addirittura a comunicati in cui venivano rassicurati i risparmiatori non aveva consentito ai risparmiatori di Reno di opporsi al trasferimento dei contratti, e quanto ai risparmiatori di Previdenza di esser edotti della realtà delle cose operando smobilizzi o, perlomeno, senza procedere a nuovi investimenti aggravando in tal modo le perdite; conseguiva la necessità di accertare e dichiarare la violazione da parte del Ministero dell’obbligo di controllo e vigilanza e di conseguenza procedere al risarcimento del danno quantificato come nelle conclusioni”. Nella sentenza ci sono risarcimenti per oltre 2 milioni di euro immediatamente esecutivi e ora anche gli investitoti pisani potranno riavere indietro dopo molti anni i loro risparmi e con gli interessi. Una vicenda giudiziaria che ancora non si può ritenere conclusa visto l’alto numero di persone coinvolte in tutta Italia.

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