Un amore burrascoso e continue liti: Silvia uccisa dall’operaio di Volterra dopo una cena insieme

Ad Altopascio risiedono la madre e la sorella della 46enne. Il sindaco D'Ambrosio: "Bisogna fermare le violenze"

Un’altra vittima. Un altro femminicidio. Una vita di tragedie e grandi amori, quella di Silvia Manetti, la 46enne, residente ad Altopascio, uccisa nel grossetano dal compagno, che poi si è consegnato ai carabinieri.

Un violento litigio, uno dei tanti, scoppiato dopo una cena romantica tra i due nelle campagne della Maremma. Tasselli di un movente che i carabinieri di Follonica stanno cercando di mettere insieme. Il compagno della vittima, Nicola Stefanini, originario di Volterra, sulle prime non è riuscito a spiegare le ragioni del folle gesto ma gli inquirenti hanno raccolto numerose testimonianze sui continui litigi della coppia. Fino al raptus finale in cui la donna è stata uccisa nell’auto da Stefanini, che poi ha avvisato per telefono i carabinieri: “L’ho uccisa, l’ho uccisa”.

Fatale la ferita, con un coltello a serramanico, alla gola. Netta, quasi chirurgica, nella sua precisione mortale. L’arma era lì, fra le gambe della donna, rimasta sdraiata senza vita sul sedile del passeggero.

All’arrivo dei militari di Follonica, l’operaio originario di Volterra ha perso le staffe, dando in escandescenze quando lo hanno fermato e condotto a bordo dell’auto. Prima ha cercato di divincolarsi, poi ha sfondato un vetro della gazzella. È stato necessario l’intervento di una ambulanza inviata dalla centrale unica del 118 per tranquillizzare l’uomo con la somministrazione di un tranquillante.

Se ne è andata così Silvia Manetti, uccisa dal compagno, a Monterotondo Marittimo, dove si era trasferita da un po’ di tempo, dopo aver vissuto per un periodo a Marginone. Altopascio è una comunità sconvolta. Nel Tau risiedono ancora i due figli della donna, ancora minorenni. E ad Altopascio vivono la madre e la sorella.

Anche il sindaco Sara D’Ambrosio partecipa al cordoglio generale: “Se ne va così, ingiustamente, in modo inaccettabile, insopportabile. Insopportabile come il peso di questo nuovo femminicidio, che coinvolge indirettamente anche il nostro territorio, dopo la tragedia di Maria Carmela di qualche mese fa. Silvia ha vissuto qui, qui risiedono i suoi figli minorenni, qui vivono la madre e la sorella. Il Comune di Altopascio sta già facendo la sua parte per sostenere questi ragazzi, per stare accanto alla famiglia e farà tutto quello che è possibile fare per esserci, per non lasciarli soli. A loro, a tutti loro, mando un grande abbraccio, mio personale e dell’intera comunità di Altopascio, stretta intorno ai familiari, colpita da questo ennesimo dolore”.

“Come sindaco – spiega D’Ambrroio – sento forte il dovere di fare qualcosa in più, perché la violenza sulle donne va condannata con ogni mezzo e la cultura del rispetto va promossa in ogni ambito, ogni giorno, in ogni momento. Troppe volte rischiamo di accendere i riflettori solo quando accade il femminicidio. Dobbiamo agire prima, trovare un modo semplice, popolare, usuale di parlare di violenza sulle donne, di prevenzione, di parità di genere nel linguaggio di tutti i giorni, nella quotidianità delle comunità. Solo così denunciare non sarà più una cosa inedita. Solo così parlarne non sarà più una cosa eccezionale. Solo così si rompono i tabù e si prende finalmente coscienza che  la violenza sulle donne non è un fatto che riguarda solo così la subisce, ma ci chiama in causa tutti. Tutti quanti”.

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