Una rissa fra bande svela la centrale dello spaccio, anche alle Cerbaie

L'operazione della squadra mobile della polizia di Lucca ha scoperto una vasta rete che operava anche nelle province limitrofe, con base ad Altopascio

Stroncato un giro di spaccio ad Altopascio: 4 pusher sono finiti un carcere, uno agli arresti domiciliari e per due è scattato il divieto di dimora al termine di una lunga e complessa indagina durata poco meno di un anno.

Nella giornata di ieri (5 maggio) la squadra mobile di Lucca, con la collaborazione delle squadre mobili di Pisa e Viterbo, il reparto prevenzione crimine di Bologna e la compagnia dei carabinieri di Montalto di Castro, ha dato esecuzione a sette misure cautelari personali per spaccio di sostanze stupefacenti (cocaina ed eroina) nei confronti di sei cittadini di origine tunisina e di un italiano.

arresto squadra mobile polizia Lucca

Le indagini svolte dalla squadra mobile della questura di Lucca sono state avviate alla fine del mese di agosto 2021 a seguito del verificarsi di una violenta rissa tra gruppi di persone di origine tunisina e marocchina nel comune di Altopascio. Nella circostanza, uno dei coinvolti aveva riportato delle lesioni causate anche da una bottiglia di vetro, mentre gli aggressori erano fuggiti a bordo di un’autovettura investendo uno dei testimoni.

Le modalità degli eventi e i precedenti di alcuni dei soggetti coinvolti sin da subito hallo lasciato ipotizzare che le cause della violenta lite fossero da ricondursi al controllo di alcune aree di spaccio nella zona di Altopascio. Sono stati per questo organizzati mirati servizi di osservazione nell’area interessata dai fatti e, attraverso una intensa attività informativa, si è appreso che i coinvolti nella rissa di origine tunisica gestivano da anni, in via continuativa, una strutturata attività di spaccio di cocaina ed eroina in vari punti, opportunamente scelti, del territorio di Altopascio e nelle aree al confine con la provincia di Pisa.

Nel prosieguo dell’indagine, svolta anche attraverso attività tecnica, si è riusciti a risalire al modus operandi del sodalizio. Le cessioni iniziavano nella prima mattinata e proseguivano fino a tarda serata, sia nei pressi dell’abitazione di uno degli indagati ad Altopascio, sia in una zona boschiva di confine tra Altopascio e Castelfranco di Sotto, caratterizzata dalla presenza di veicoli in stato di abbandono, utilizzati per operare indisturbati.

Alcuni spacciatori, invece, operavano in altre zone del centro paese o comunque ad esse limitrofe.  Le cessioni avevano ad oggetto sia eroina “normale” sia eroina cosiddetta thailandese, maggiormente apprezzata dagli assuntori consolidati in quanto ottenuta attraverso un processo di raffinazione più elaborato.

Dopo mesi di pedinamenti e numerosi servizi di riscontro nel corso dei quali sono stati segnalati alla prefettura numerosi tossicodipendenti, gli investigatori sono riusciti a risalire anche ad un altro sodalizio, composto sempre da cittadini di origine tunisina, fornitori del gruppo di Altopascio, attivi nel comune di Cascina, che a loro volta avevano forti collegamenti con altri fornitori nel centro di Pisa.

Gli spostamenti dei componenti del gruppo criminoso venivano materialmente eseguiti con l’autovettura condotta da un 36enne italia residente a Chiesina Uzzanese, che accompagnava il gruppo sia sul luogo delle cessioni, sia fuori provincia per l’approvvigionamento di eroina e cocaina dai fornitori.  Gli spacciatori erano soliti utilizzare schede telefoniche intestate a prestanomi che scambiavano tra di loro e provvedevano a sostituire dopo brevi periodi di utilizzo. In molti casi erano loro stessi a contattare gli acquirenti, arrivando persino ad offrire gratuitamente la sostanza.

Nel corso delle indagini, temendo di poter essere rintracciato, uno dei componenti del gruppo si era allontanato dal territorio nazionale raggiungendo la Tunisia ed era rientrato soltanto dopo diversi mesi attraverso la frontiera marittima di Genova, continuando ad essere monitorato dagli investigatori.

All’esito dell’attività, il Gip del tribunale di Lucca, su richiesta del pubblico ministero che ha coordinato l’intera attività investigativa, ritenendo sussistenti i gravi indizi di colpevolezza nei confronti degli indagati, ha emesso ordinanza applicativa di misure cautelari personali e nella giornata di ieri veniva dato avvio all’operazione che ha riguardato diverse regioni del territorio nazionale.

È stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 4 cittadini di origine tunisini, di 20, 21, 31 e 33 anni, 1 ordinanza applicativa degli arresti domiciliari nei confronti dell’italiano, e sono stati sottoposti al divieto di dimora nella provincia di Lucca altri due uomini, di 40 e 48 anni.

Nel dare atto dell’imponente e puntuale attività di riscontro degli operatori della squadra mobile e motivare le misure, il giudice ha evidenziato la spiccata pericolosità dei soggetti coinvolti, tutti già conosciuti per spaccio, rei peraltro di aver proseguito imperterriti l’attività delittuosa, nonostante molti di loro fossero già gravati da divieti di dimora nei comuni di Altopascio e Pisa.

Nello specifico, uno dei soggetti è stato rintracciato nella prima mattinata a Cesena, a bordo di autovettura a noleggio, mentre le restanti misure sono state eseguite nella provincia di Viterbo in un’area boschiva impervia all’interno di una tenda, nel comune di Cascina nei pressi del parcheggio di una grossa catena di supermercati, e nelle province di Lucca e Pistoia.

Un ultimo indagato, che negli ultimi giorni aveva fatto perdere le proprie tracce, è stato infine rintracciato all’esito di approfondite ricerche, nell’ospedale di Pisa, dove si trovava ricoverato.

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