Il tagliando disabili è la fotocopia di uno intestato alla moglie che non c’è

Rilasciato da un altro comune. La multa scatena l'odio sui social verso gli agenti della polizia municipale

Questa volta il “falso invalido” è stato scoperto dalla polizia municipale di Santa Croce sull’Arno, grazie all’attenzione degli agenti. Falso invalido si fa per dire, perché in realtà si tratta di un automobilista che esponeva un tagliando di invalidità di cui non era titolare e che non era originale ma bensì la fotocopia del tagliando della moglie e i vigili lo hanno multato, come prevede il codice della strada.

Ma la vicenda purtroppo non è finita qui, perché alcuni familiari dell’automobilista, un signore avanti con gli anni, hanno ritenuto di polemizzare contro il corpo della polizia municipale di Santa Croce sui social, con toni forti e forse anche un po’ eccessivi per certi versi, ai quali hanno fatto eco i commenti ancora più eccessivi e sguaiati di altri cittadini al post: senza conoscere la storia se non la parte raccontata, hanno inveito e offeso la polizia municipale e gli agenti che avevano eseguito il controllo.

Tutto comincia nella giornata di ieri mercoledì 13 luglio, quando gli agenti della pattuglia notano un’automobile che da giorni vedevano girare per Santa Croce e sempre parcheggiata in stalli per diversamente abili e decidono, non avendola mai vista prima, di fare un controllo. L’auto, al momento della verifica degli agenti, era parcheggiata nel posteggio per disabili della Coop e a bordo non vi era nessuno. Gli agenti a quel punto si avvicinano e cercano di leggere quale Comune avesse rilasciato il talloncino per disabili e il numero del permesso per avviare i controlli, ma in breve i vigili si rendono conto che quel contrassegno non era autentico, ma anzi si trattava di una fotocopia incollata su un cartoncino, che era stata incastrata parzialmente sotto la parte oscurata del vetro parabrezza in modo che non fosse leggibile il numero del permesso né l’ente che lo aveva rilasciato.

A quel punto gli agenti hanno atteso che il conducente del veicolo uscisse dal supermercato e hanno avviato i controlli: in breve si sono accorti che il permesso era un fotocopia, che non era intestato al conducente di quell’automobile e che l’originale del documento era stato rilasciato da un comune toscano costiero che si trova a circa 130 chilometri di distanza da Santa Croce. Quando poi gli agenti hanno chiesto a chi fosse intestato il permesso disabili, l’uomo ha risposto che era intestato a sua moglie, che in quel momento si trovava appunto in un altro comune, in un’altra provincia.

“A quel punto gli agenti – spiega il comandante Sandro Ammannati – di fronte a un contrassegno fotocopiato, non collegato alla persona che guidava il veicolo e con la titolare del permesso disabili neppure a bordo dell’automobile, non hanno potuto fare altro che fare una multa all’automobilista”. L’uomo di fronte ai vigili infatti si è giustificato dicendo che era andato alla Coop a comperare dei presidi sanitari necessari per sua moglie. Per altro il guidatore ha ritenuto opportuno strappare il permesso fotocopiato di fronte agli agenti.

La cosa però non è finita qui e nel pomeriggio di ieri, poco dopo che la pattuglia aveva multato il guidatore, un familiare di quest’ultimo ha ritenuto necessario fare un post pesante nei confronti degli agenti e della polizia municipale di Santa Croce sull’Arno, per quanto alla fine abbia ammesso che il permesso non era originale e che non era collegato al guidatore. Da qui poi, come spesso accade sui social, è partita una serie di commenti pesantissimi, inopportuni e offensivi nei confronti degli agenti e della polizia municipale. Una vicenda antipatica, visto che alla fine gli agenti avevano solo fatto il loro dovere e anzi avevano evitato che chi non ne aveva titolo continuasse ad occupare gli stalli per i disabili.

“Questa cosa dei commenti sui social si è rivelata molto antipatica – spiega il comandante Ammannati –. Inoltre il familiare del signore invece di andare a scrivere inesattezze e frasi inopportune avrebbe potuto telefonare al comando e chiedere spiegazioni, gli agenti sarebbero stati ben lieti di illustrare l’accaduto e il perché della multa. Cosa ancora più antipatica, le offese e la denigrazione della polizia municipale che ne è scaturita nei commenti”.

La posizione del comandante Ammannati non può che essere condivisa dalle persone civili, senza dover ricorrere a particolari ragionamenti e i motivi sono ben due. Il primo è questo gli agenti, ma vale anche per la polizia e per i carabinieri e per tutte le forze dell’ordine, sono pubblici ufficiali e sono pagati dalla collettività tra le altre cose per contribuire a far rispettare dalla cittadinanza le leggi, che siano quelle del codice della strada, come in questo caso, ma anche quella del codice civile e del codice penale, sia con l’educazione del cittadino, sia con la repressione dei comportamenti illeciti attraverso gli strumenti delle sanzioni o delle denunce. In secondo luogo perché troppo spesso le persone sui social, come abbiamo più volte sottolineato, essendo dietro a una tastiera scrivono e commentano a sproposito, scivolando spesso in frasi e parole offensive e querelabili, che magari di persona non direbbero mai in faccia a un agente di pubblica sicurezza. In passato infatti anche in provincia di Pisa vi sono stati casi in cui i comandi hanno ritenuto necessario andare per le vie legali contro i commentatori offensivi, tanto per i singoli agenti che per il corpo.

Inoltre è assai singolare il fatto che chi commette un’infrazione a una legge o a un regolamento e viene scoperto e sanzionato abbia poi a pretendere di polemizzare sui social, di solito chi viene scoperto tace, fosse solo per non aggravare la propria posizione, soprattutto se la violazione è palese e documentata. Insomma, in altri termini, il cittadino dovrebbe sapere quali sono i limiti della propria azione e nel momento in cui li forza dovrebbe al massimo provare a mitigare la propria posizione se possibile, ravvedendosi.

Sostieni l’informazione gratuita con una donazione

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di Cuoio in diretta, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.