“Completa e totale demolizione delle strutture abusive” alle ex Barbate. I titolari: “Faremo ricorso”

3 settembre 2022 | 09:09
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“Completa e totale demolizione delle strutture abusive” alle ex Barbate. I titolari: “Faremo ricorso”

Il sindaco Capecchi: “Gli uffici non potevano che tutelarsi e procedere come hanno fatto”

“Completa e totale demolizione di ogni opera edilizia realizzata in ragione dei titoli edilizi annullati”. È l’ordine perentorio emesso dal comune Montopoli Valdarno sulle piscine delle ex Barbate, oggi Terra Caciona.

Il popolarissimo sito dell’estate a Montopoli alla fine è giunto al momento della verità, dopo che circa due mesi fa l’amministrazione comunale aveva dato definitivo corso al processo di revisione delle concessioni edilizie. Una porzione della piscina ed alcune delle strutture, in pratica, non rispetterebbero alcune metrature previste nel vincolo derivante dall’essere nei pressi di un corso d’acqua. Una cosa di pochi metri, nata in occasione della realizzazione, ormai oltre 15 anni fa, della struttura, andata poi all’asta dopo varie peripezie e da due anni in nuove mani e recentemente riaperta al pubblico dopo un lavoro di riqualificazione da parte della nuova società.

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Un’incongruenza nata proprio a seguito di una richiesta di accertamento di conformità da parte dei nuovi titolari. Il problema principale è che i lavori sono stati realizzati senza una previa “verifica della compatibilità fra interesse paesaggistico tutelato ed intervento progettato”, come recita la legge. In sostanza, doveva essere richiesta un’autorizzazione, eventualmente concessa solo dopo un’analisi della documentazione urbanistica. Nello specifico, a non far rispettare la compatibilità paesaggistica è l’eccessiva vicinanza dei manufatti alle sponde del torrente Chiecina.

Ordinanza che in realtà, proprio per l’iter che tutta questa vicenda ha avuto, si aspettavano da qualche tempo, con la ferma intenzione di opporvisi. “Faremo sicuramente ricorso contro questa decisione – dicono i titolari dello stabilimento –. E’ qualcosa che avevamo già messo in conto“.

Parole che, come in passato, vanno di pari passo a quelle espresse dal Comune. Ente che, in tutti questi anni, non aveva riscontrato elementi poi emersi in occasione degli accertamenti di approfondimento in sede di asta giudiziaria e nuova acquisizione. “Una volta emerse delle irregolarità gli uffici non potevano che tutelarsi e procedere come hanno fatto – dichiara il sindaco montopolese Giovanni Capecchi –. Vedremo in sede di ricorso come evolveranno le cose“.

I manufatti a rischio, secondo una determina dirigenziale del comune di Montopoli, sono “macroscopicamente individuati nelle piscine e nel fabbricato destinato a servizi di supporto di queste e degli impianti e altri manufatti minori”. I fabbricati a servizio delle piscine sarebbero, come specifica in seguito la determina, gli spogliatoi, i bagni e alcuni locali di servizio. Praticamente tutti i servizi principali per usufruire della struttura. Nel corso di questi mesi, la proprietà avrebbe messo in campo tutti gli strumenti possibili per tentare la via della sanatoria. È stato necessario richiedere parere alla Soprintendenza di Pisa e Livorno che in data 31 marzo 2021 si è espressa negativamente. Semplificando, la Soprintendenza nel suo parere riprende disposizioni ministeriali che escludono la possibilità di concedere l’autorizzazione in sanatoria ex post, cioè dopo la realizzazione di interventi che hanno creato nuovi volumi.
A decidere, in pratica, non potrà che essere un giudice.