Auto la investe mentre butta la spazzatura, prende metà colpa: va in Corte d’Appello

Il Tribunale di Pisa aveva condannato nel 2020 l’assicurazione regionale del fondo per le vittime della strada a 32mila euro di risarcimento danni

Esce di casa in tarda serata per andare a buttare la spazzatura nei cassonetti comunali a San Miniato e viene investita da un’auto che la sbalza al di là del ciglio della carreggiata per poi dileguarsi nel buio della notte. Ma alla donna, in primo grado di giudizio, viene riconosciuto il 50% di colpa dell’incidente e il Tribunale di Pisa aveva condannato nel 2020 l’assicurazione regionale del fondo per le vittime della strada a 32mila euro di risarcimento danni, la metà di quanto disposto dal perito durante il giudizio.

Tale motivazione secondo i giudici della Corte d’Appello di Firenze non è affatto condivisibile per plurimi motivi. Il fatto era avvenuto in zona Ponte a Egola e la donna aveva citato in giudizio il fondo regionale proprio perché non si era riusciti a risalire all’identità dell’automobilista che l’aveva investita. I giudici di secondo grado accogliendo l’appello della donna nei giorni scorsi hanno condannato l’assicurazione della Regione Toscana a pagarle 65mila euro di risarcimento e 14mila euro di spese di lite. Per i giudici fiorentini infatti non esiste nessun concorso di colpa.

Si legge chiaramente in sentenza: “Le parole del Tribunale di Pisa risultano infatti contraddittorie laddove da una parte evidenziano le caratteristiche di una strada e il comportamento fattuale del pedone e dall’altra precisano che quest’ultimo non abbia violato alcuna norma del Codice della Strada, apodittiche laddove evidenziano circostanze assolutamente non emerse nell’istruttoria di primo grado, come il fatto che il pedone abbia camminato sul ciglio della strada e irrilevanti ai fini decisori come una non meglio identificata ‘generica prescrizione di prudenza’ (come detto, basata su circostanze – in parte – non provate come il camminare sul ciglio della strada, buia e fuori dal centro abitato)”.

Per completezza motivazionale infatti si deve evidenziare che, a seguito dell’escussione dei testi in primo grado, è emerso non solo che l’auto della donna era regolarmente parcheggiata 10 metri prima del bidone comunale della spazzatura, ma anche che la strada è sufficientemente illuminata e che vi sono diversi immobili ai bordi della strada, come case e fondi commerciali, per cui era tutt’altro che una zona deserta o pericolosa. Conclude infatti la sentenza d’Appello: “Il Tribunale di Pisa infatti, con motivazione apodittica e nello stesso tempo contraddittoria, dopo avere ritenuto provato l’investimento del pedone, da parte di un’auto pirata, mentre stava gettando la spazzatura nell’apposito contenitore comunale, ha ritenuto esistente un concorso di colpa della lesionata, nella misura del 50%, per avere violato (testuali parole) una generica prescrizione di prudenza, camminando sul ciglio di una strada sita fuori dal centro abitato in orario notturno. Sulla somma risultante devono essere calcolati i soli interessi legali dalla data della pubblicazione della presente sentenza al saldo”. La donna era difesa dagli avocati Gianna Regoli e Cristina Sbrana.

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