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Cronaca
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Cinque arresti e sequestro di 720mila euro nel blitz dei Nas

1 ottobre 2025 | 09:31
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Cinque arresti e sequestro di 720mila euro nel blitz dei Nas

I reati contestati comprendono concussione, truffa aggravata ai danni dello Stato, frode nelle forniture pubbliche e falsi ideologici

Un’inchiesta partita da Pistoia ha portato all’alba del 1° ottobre 2025 all’esecuzione di cinque misure cautelari personali e al sequestro preventivo di beni per oltre 720mila euro a carico della cooperativa sociale Desy, con sede a Castel San Giorgio, in provincia di Salerno, operante nella gestione di centri di accoglienza per richiedenti asilo in varie province italiane.

L’operazione, condotta dai carabinieri del Nucleo Antisofisticazione e Sanità (Nas) di Firenze con il supporto del comando provinciale di Salerno, riguarda accuse pesanti: concussione nei confronti dei migranti ospitati, frode nelle pubbliche forniture, truffa aggravata ai danni dello Stato e falsi ideologici commessi da incaricati di pubblico servizio.

Gli arrestati e la società nel mirino

I provvedimenti hanno colpito cinque persone legate alla cooperativa Desy: S. D. S, 47 anni, amministratore di fatto della cooperativa, M. C., 48 anni, amministratrice formale, A. A, 47 anni, professionista collaboratrice, G. N, 37 anni, psicologa collaboratrice e G. C., 58 anni, collaboratore. Contestualmente, è stato disposto il sequestro dei profitti ritenuti illeciti, pari a 720.579 euro.

Le indagini: carenze igieniche e servizi fantasma

Le indagini hanno avuto origine nel dicembre 2023, quando i Nas, insieme ai carabinieri di Pistoia, effettuarono un accesso al Centro di accoglienza straordinaria (Cas) ex “Hotel Giardini” di San Marcello Piteglio dove furono trovate condizioni igienico-sanitarie gravissime: sporcizia, muffe, liquami, ambienti insalubri e pericolosi per la salute.

Dalle testimonianze dei richiedenti asilo ospitati emerse un quadro di degrado: assenza di riscaldamento, acqua calda ed energia elettrica; mancata erogazione del pocket money previsto (2,5 euro al giorno); scarse lezioni di lingua italiana e totale assenza di supporto psicologico, legale e sanitario.

Eppure, la cooperativa certificava alla Prefettura di Pistoia lo svolgimento regolare dei servizi, presentando fatture e attestazioni ritenute false. Le indagini hanno documentato che alcuni professionisti dichiaravano di essere presenti nella struttura mentre, dai tabulati telefonici, risultavano in altre regioni.

Concussioni e minacce agli ospiti

Agli indagati viene contestato anche di aver costretto i richiedenti asilo, attraverso minacce e ritorsioni, a firmare registri di presenza che attestavano l’erogazione di servizi mai ricevuti. Chi si rifiutava rischiava di rimanere senza cibo anche per dieci giorni consecutivi.

Un sistema diffuso in più province

Le irregolarità non riguardavano solo Pistoia. La cooperativa Desy, infatti, gestiva centri di accoglienza anche in provincia di Salerno, Avellino, Pavia e Arezzo. Anche lì sarebbero state riscontrate carenze igieniche, mancata erogazione di beni essenziali e la presentazione di fatture duplicate a più Prefetture per ottenere rimborsi indebiti.

Secondo le ricostruzioni, tra il 2022 e il 2024 la Desy avrebbe incassato oltre 1,2 milioni di euro. Di questa cifra, circa 720mila sono stati congelati dal Gip come profitto diretto dei reati.

Le accuse

Gli inquirenti parlano di una gestione finalizzata al lucro, a discapito dei richiedenti asilo costretti a vivere in condizioni di abbandono e della spesa pubblica gravata da frodi sistematiche. I reati contestati comprendono concussione, truffa aggravata ai danni dello Stato, frode nelle forniture pubbliche e falsi ideologici.

Qui il video: