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La tragedia in porto |
Cronaca
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Ritrovato il corpo di uno dei migranti annegati dopo la fuga dalla nave

4 novembre 2025 | 09:52
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Ritrovato il corpo di uno dei migranti annegati dopo la fuga dalla nave

Il recupero questa mattina con i sommozzatori dei Vigili del Fuoco

Alle prime luci dell’alba di martedì 4 novembre, il mare ha restituito uno dei suoi segreti più dolorosi. Poco dopo le 6 del mattino, un corpo senza vita è stato avvistato vicino al canale del porto, nel punto dove appena pochi giorni fa si era consumata una tragedia che aveva scosso l’intera città.

Il recupero è avvenuto alle 9,23, quando i sommozzatori dei Vigili del Fuoco di Firenze hanno riportato in superficie il cadavere di uno dei due giovani migranti, entrambi poco più che ventenni, scomparsi in mare dopo una fuga disperata dalla nave cargo “Stena Shipper”.

Secondo le prime ricostruzioni, i due si erano nascosti all’interno di un contenitore proveniente dal porto tunisino di Radès, viaggiando per giorni nella speranza di raggiungere l’Italia. Scoperti al momento dello sbarco, erano stati temporaneamente affidati al comandante danese del cargo, noleggiato dalla compagnia svedese Stena Line e gestito per conto della tunisina CoTuNav.

Ma poco dopo, la fuga. I due giovani si sarebbero lanciati in mare, nel buio della notte, cercando la libertà a nuoto tra le acque gelide e cariche di correnti del porto livornese. Uno è stato visto scomparire, inghiottito dalle onde. L’altro, da quel momento, è rimasto disperso.

Le ricerche, coordinate dalla  Capitaneria di Porto insieme a  Vigili del Fuoco, piloti e rimorchiatori, sono proseguite senza sosta per giorni. Ed è stato proprio un operatore dei rimorchiatori, alle prime ore di martedì, a notare il corpo riaffiorato non lontano dalla Darsena Pisa, dove il mare si placa e il dolore si ferma solo per un istante.

Sul posto sono intervenuti anche gli agenti della Polizia Marittima e la  Guardia Costiera, che proseguono l’inchiesta per ricostruire con esattezza la dinamica dei fatti. Ora il cadavere si trova sotto la custodia della Misericordia di via Verdi, in attesa delle procedure di identificazione ufficiale.

Mentre il porto riprende lentamente la sua routine, resta sospesa nell’aria la domanda più amara: quanto vale la vita di chi attraversa il mare per inseguire una speranza?