Il Frantoio Parlante: teatro negli spazi segreti di San Miniato
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Riprendono le attività del Frantoio Parlante con “Il quarto d’ora” uno spettacolo di Alberto Pozzolini sulla vita di don Bosco. Questa sera, venerdì 6 marzo, sarà rappresentato nell’atrio di casa Braschi-Fiornovelli a San Miniato, dove nel 1938 Dilvo Lotti aveva realizzato un grande affresco sul santo torinese.
Come dice Jules Renard: “Basta un quarto d’ora per divenire santi” e in effetti don Bosco è riuscito da subito a porsi sopra gli uomini del suo tempo, con uno straordinario carisma, che alcuni potevano magari definire in altro modo. Il lavoro di Pozzolini racconta proprio questo. Quel timore, che a volte poteva diventare anche terrore, che quest’uomo straordinario riusciva a provocare in chi lo incontrava, fossero i poveri ragazzi torinesi o i principi dei Savoia. Tra l’altro, uno dei protagonisti del testo, è proprio il grande Guido Ceronetti, un altro torinese che si è spesso occupato, con la sua penna caustica e poco rispettosa, del santo salesiano. “I fratelli Ariberto e Emiliano Braschi chiesero al giovane e già noto pittore Dilvo Lotti di rappresentare le storie di San Giovanni Bosco in un affresco da fare nell’ingresso della loro casa in via Paolo Maioli 6 a San Miniato – spiega Anna Braschi -. L’opera, di tre metri per due, fu realizzata nel 1938. L’affresco era dedicato al Santo di cui la piccola nave di Emiliano Braschi portava il nome: don Bosco. L’affresco occupava la parete a sinistra entrando nell’ingresso monumentale della grande casa costruita nel settecento dalla nobile famiglia Ansaldi, dove ormai da venticinque anni i Braschi erano venuti ad abitare. Si componeva di un riquadro centrale dove il Santo, con l’abito nero e la cotta bianca ricamata, é raffigurato in piedi, mentre con una mano indica il cielo e con l’altra regge la piccola nave che porta il suo nome; ai due lati le otto formelle con i suoi miracoli. Questa immagine colorata, decisa, fortissima é andata perduta per la demolizione della nostra casa, minata, come tante altre di San Miniato, dalle truppe tedesche in ritirata nel 1944. Resta soltanto una fotografia in bianco e nero e un grande foglio ingiallito piegato che era servito da spolvero per l’affresco con delineata la figura di don Giovanni Bosco”. Il Frantoio Parlante ringrazia le famiglie Braschi e Fiornovelli per la loro disponibilità. Dopo la lettura-spettacolo avrà luogo un piccolo rinfresco.
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