Dramma popolare, la Festa del Teatro di San Miniato si fa in 8 foto

Mancherà lo spettacolo principale a causa delle misure anti contagio, da fare forse in autunno

La 74esima edizione della Festa del Teatro di San Miniato non si ferma. Non lo fa nemmeno in questo 2020, segnato dalla pandemia da covid 19 che ha imposto cambiamenti sostanziali nel vivere gli spazi della città e il rapporto con gli altri.

“Per questo essere qui è un segno importante di ripartenza, decisamente non scontato”, ha detto il sindaco di San Miniato Simone Giglioli. Quello del Dramma Popolare di San Miniato segna un momento di ripartenza, fatto di 8 spettacoli teatrali, monologhi o con pochi attori in scena nel completo rispetto delle norme di sicurezza: “fortunatamente in Italia – ha spiegato il direttore artistico Masolino D’Amico – già da tempo ci siamo formati con questo genere e abbiamo attori monologanti che scrivono e rappresentato i loro spettacoli”. Questa sorta di specializzazione risulta congeniale in un momento come questo, in cui gli attori non possono toccarsi o passare oggetti di scena se non con i guanti.

Quest’anno le rappresentazioni ruoteranno intorno alla tematica della sicurezza, alternando spettacoli conosciuti a prime assolute. A calcare il palco saranno artisti come Alessandro Benvenuti, Aleksandros Memetaj, Davide Enia, Silvia Frasson e molti altri. Gli spettacoli si terranno in piazza Duomo dal 5 al 27 luglio dalle 21,30 e saranno visibili anche in diretta, via streaming, sulla pagina Facebook della Fondazione. Il dramma popolare, quindi, non si è fermato, ha solo cambiato modo di comunicare e arrivare alla cittadinanza e ai turisti che da sempre richiama nel centro storico. Proprio per questo, lo spettacolo centrale non è stato proposto nel calendario degli eventi di quest’estate per dargli una maggior rilevanza in un secondo momento, probabilmente nel periodo autunnale. Sarà uno spettacolo di Matteo Corradini con drammaturgia di Tatiana Motta e regia di Pablo Solari. Il manifesto, già realizzato e presentato, è di Sauro Mori.

“La cultura ricopre un ruolo fondamentale nella ripartenza post coronavirus, è essenza stessa della nostra storia”, sottolinea Antonio Guicciardini Salini presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato e per questo è un segnale forte a livello economico e simbolico per la città, tornando ad abitarla nuovamente, in piazza, come ricorda il vescovo Andrea Migliavacca.

Il programma

Si comincia il 5 luglio con un lavoro scritto da Alessandro Benvenuti, “Panico ma rosa. Diario di un non intubabile – Studio” che trasforma in teatro un tema attualissimo: 59 giorni di lockdown. 59 pagine di diario che raccontano l’isolamento obbligatorio di un autore attore privato del suo naturale habitat, tra sogni e bisogni, ricordi e crudeltà, fantasie e humor. “Albania casa mia” è la rappresentazione del 8 luglio nel quale si rievocano i giorni del febbraio 1991 quando il regime comunista, dopo 45 anni di controllo del Paese, cede sotto il malcontento del popolo. In questo clima di dolore e liberà si racconta una grande storia d’amore. “La storia della colonna infame”, il più grande romanzo italiano sulla giustizia, è la scelta per il 10 luglio, mentre “L’Abisso” di e con Davide Enia sarà in scena il 13 luglio: una storia di sofferenza e rabbia sullo sfondo della tragedia degli sbarchi sulle coste del Mediterraneo, a Lampedusa. “La vita salva” è un ensamble di storie in programma per il 17 luglio, mentre “Non plus ultras” il 20 luglio racconta della violenza negli stadi, ponendo importanti interrogativi attorno al tema della sicurezza sociale. Il “Canto per la terra ferita”, il 23 luglio, avvia la Festa del Teatro 2020 verso la conclusione raccontando di emergenza ambientale e sopravvivenza. Il Dramma chiuderà il Sipario con Matteo Corradini, il 27 luglio, con la prima assoluta de “Il muro The block”. Il muro è una azione del volley. Ma qui diventa qualcosa di più forte. I personaggi in scena si interrogano sui muri che hanno dentro, su cosa non gli permette di essere liberi e ai tentativi di provare ad abbatterli.

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