“Quando da piccoli abbiamo paura, cerchiamo la mamma”. Fucecchio scopre il “Cencio della ripartenza” foto

Pace e sofferenza si incontrano nell'opera di Cino. Cei: "Ci abbiamo creduto, sperato e adesso siamo qui"

E’ il 21 settembre 2021, la notte della ripartenza, quella del “Cencio della ripartenza” come lo ha definito il suo artefice Giosuè Cino. L’emozione è tanta sia per i presenti che faticano a trattenerla, ma anche in tutti cuori del popolo di Fucecchio. Cuori che battono all’unisono anche da lontano, anche se collegati attraverso un maxischermo, ma tutti uniti da una stessa passione: quella per il Palio, questa prestigiosa manifestazione fucecchiese che riparte a tutti gli effetti con questo primo evento e che ci ricorda, come direbbe Eraclito, il “panta rei” della vita, ovvero che “tutto scorre” nonostante tutto, infatti, la vita va avanti, anche se con modalità diverse, magari inaspettate.

Come afferma infatti l’assessore Daniele Cei aprendo la serata, “ci abbiamo creduto, sperato e adesso siamo qui con i presidenti delle dodici contrade, don Andrea, il Cda e l’amministrazione comunale per dire che Fucecchio c’è anche se non può essere qui come tutti gli anni, ma c’è”.

Entrano a seguire i figuranti di ogni contrada esibendosi con musici e sbandieratori, in ordine: Ferruzza, San Pierino, Sant’Andrea, Samo, Porta Bernarda, Porta Raimonda, Massarella, Borgonovo, Botteghe, Querciola, Cappiano, Torre.
Prende poi la parola il presidente del Cda Niccolò Cannella che spiega emozionato: “Lo scorso anno avevamo promesso che avremmo nuovamente vissuto le emozioni del Palio. Colgo l’occasione per ringraziare le contrade per non aver lasciato soli i vostri contradaioli durante il Covid, quando andavate a distribuire le mascherine porta a porta donate dalla Regione Toscana o quando andavate a fare la spesa agli anziani, grazie. Siete state come una grande famiglia che non abbandona i propri figli e questo ci fa capire l’importanza sociale del Palio. Quindi viviamo la nostra festa e il nostro modo di socializzare con le dovute cautele e precauzioni. Viva il palio, viva Fucecchio”.

Segue l’estrazione dell’ordine di uscita delle contrade nella processione storica di domenica 26 settembre: Sant’Andrea (contrada vincitrice dell’ultimo palio), Porta Bernarda, Borgonovo, San Pierino, Torre, Porta Raimonda, Ferruzza, Samo, Massarella, Cappiano, Querciola, Botteghe.
Ed eccoci al momento più atteso di tutta la serata, la rivelazione del Cencio coperto fino a questo momento, accompagnato dagli applausi dei presenti e dalla commozione di tutti nel rivivere questo evento che sembrava così lontano nell’immaginazione e invece, grazie alla collaborazione di tutti, è stato messo in atto in un’atmosfera certo strana, ma comunque magica. “Questo è il primo palio che si corre dopo un anno di assenza e in era covid con tutte le restrizioni che concernono – dice infatti Giosuè Cino –. Questo Cencio vuole un ritorno alla normalità prima disprezzata e ora tanto ricercata. Ho dipinto Maria Madre perché così come quando da piccoli abbiamo paura e cerchiamo la mamma che ci protegga, così adesso, in questa epoca buia, ci rivolgiamo a lei, madre di tutti. L’olivo poi è simbolo di pace, ma anche di resilienza, perché nonostante abbia assistito a tante guerre, resiste, così come noi. I teschi rappresentano invece il moderno frutto proibito, cioè il covid che ha portato tanta sofferenza. Questo Cencio è dedicato non solo a San Candido, ma a tutti coloro che si sono impegnati affinché questa manifestazione fosse possibile, questo Cencio è vostro”.

Il sindaco Alessio Spinelli dà poi il suo contributo ringraziando tutta la “regia” del Palio, chi lo rende possibile, così come don Andrea che afferma che nel cuore della Madonna si trovano due qualità che ritroviamo nel nostro tempo in quello di tutti i contradaioli: “il coraggio e la passione”. Queste qualità, infatti, sono state poi quelle che hanno reso possibile il bellissimo Palio di Fucecchio.
Seguono la benedizione e la lettura della formula di rito per cui l’artista consegna in custodia la sua opera al sindaco che la custodirà fino a quando non la consegnerà alla contrada vincitrice dopo la gara di domenica 26 settembre.
Sicuramente una serata da lacrime agli occhi, simbolo di ripartenza per una città intera che ha sofferto le pene del Covid-19, ma che ora è pronta ad impegnarsi e a dare il massimo affinché questa tradizione storica non muoia, ma continui a vivere. I fucecchiesi sono pronti a ripartire, nonostante tutti gli ostacoli trovati sul cammino sono pronti al Palio, “per aspera ad astra”.

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