Eco d’Eva, una nuova installazione anticipa l’inizio del festival contro gli stereotipi di genere foto

Sarà esposta alla fonte del Lotti a Molino d'Egola lunedì (25 aprile) alle 18,30

Una lunga distesa di panni installati lungo la scalinata del Santissimo Crocifisso è l’idea alla base di Iconos, la prima installazione artistica temporanea a cura di GasArti, pensata e realizzata in occasione della Giornata internazionale della donna, lo scorso 8 marzo, con la quale si è segnato l’avvio di un percorso artistico che sta andando avanti con altre installazioni sparse sul territorio comunale, che si concluderà nel mese di maggio con la realizzazione di Eco d’Eva Festival.

La rassegna, dedicata all’abbattimento degli stereotipi di genere, è organizzata dall’associazione GasArti, e ispirata alla graphic novel Eco dal fosso di Federica Caponi, in collaborazione con l’assessorato alle pari opportunità e quello alla cultura, ed è stata inserita nel cartellone delle iniziative della Festa della Toscana, sostenuta dalla Regione Toscana, grazie ad un percorso che ha coinvolto molteplici realtà associative del territorio e che culminerà con quattro date nel mese di maggio (14,15, 28 e 29 maggio). Dopo Iconos, l’associazione ha realizzato altre tre installazioni: Iconos 2 a Cigoli, Iconos 3 nella sede dell’associazione La Ruga a Ponte a Egola e Stiro e ammiro nel chiostro dei loggiati di San Domenico.

La prossima tappa artistica, l’ultima prima del festival, sarà un’altra Iconos alla fonte del Lotti a Molino d’Egola, lunedì (25 aprile) alle 18,30, in collaborazione con il Circolo Arci Il Molino e il centro diurno Il Mulino con, al centro, i panni stesi.

“I panni sono riconoscibili universalmente e rappresentano l’ordinarietà; installandoli in un ambito particolare, un luogo specifico e in una maniera insolita, diventano così un simbolo – spiega Simone Ferretti di GasArti, curatore e ideatore delle installazioni –. Un gesto quotidiano e universale come quello di appendere i panni ad asciugare, riconduce alla memoria collettiva un’occupazione per anni relegata solo al mondo femminile. Per GasArti i panni diventano quindi icona di uno stereotipo, un’immagine rigida, intesa come idea o modello di comportamento, come può essere un luogo comune, una frase fatta oppure un clichè. Si tratta di un modo di dire che dobbiamo capire, imparare a riconoscere e scomporre. Le nostre installazioni si fondano sul concetto della visione, una visione altra, un’altra prospettiva, un nuovo punto di vista che possa dare un’altra riconducibilità al ricordo e ognuna di esse ha come punto di riferimento i panni stesi”.

L’obiettivo del festival è dunque quello di promuovere interventi creativi ed artistici attinenti a tematiche sociali, con la volontà di destrutturare gli stereotipi di genere, partendo proprio da essi.

“Il festival di maggio è un contenitore di eventi in cui verranno offerti spunti di riflessione, performance dal vivo, videoproiezioni, installazioni sul territorio, prodotti editoriali sul tema degli stereotipi, attraverso il coinvolgimento di professionisti del mondo dell’arte, della psicologia e dell’insegnamento – spiega Federica Caponi -. Saranno mostrati, attraverso linguaggi diversi, gli stereotipi di genere e si cercherà in primo luogo di mostrarli, anche in tutti quegli ambiti dove si può pensare che non ci siano, per poi smontarli”.

Quattro gli appuntamenti del festival e tutti nel mese di maggio: la prima parte del programma (14 maggio e 15 maggio), organizzata da GasArti e dal Comune di San Miniato, con il contributo della Regione Toscana, sarà dedicata a Il valore delle immagini e gli stereotipi di genere e a Il ruolo della comunicazione nella creazione di stereotipi di genere. Quando il linguaggio diventa aggressivo: dall’Enciclopedia della donna (1964) agli haters e al cyberbullismo. Nella seconda parte, organizzata da GasArti sempre con il contributo della Regione Toscana, il 28 maggio, ci saranno una serie di iniziative su Gli stereotipi e la voce, per concludere la rassegna con l’evento-laboratorio del 29 maggio Mettersi nei panni di. Sono stati coinvolti attivamente nel progetto anche un gruppo di adolescenti e di bambini attraverso alcuni laboratori che si sono svolti in questi ultimi due mesi.

“Quello che sta accadendo a San Miniato è qualcosa di unico: aver trasformato la città in un laboratorio a cielo aperto, lungo ben due mesi, un enorme contenitore di idee e spunti artistici inclusivo e aperto a tutti, che si concluderà a maggio e convoglierà nell’Eco d’Eva Festival – dichiara l’assessora alle pari opportunità Elisa Montanelli -. Il nostro obiettivo è quello di proseguire con il percorso di sensibilizzazione sul tema della violenza di genere. Vogliamo innanzitutto imparare a individuare ciò che spesso nella nostra società passa inosservato e viene banalizzato, ma in realtà è lo specchio del substrato culturale patriarcale che ci portiamo dietro da sempre, provando a dare una forma diversa di lettura della realtà e della società, costruendo un linguaggio e sviluppando comportamenti non discriminatori, rispettosi della diversità, del ruolo della donna e dell’autodeterminazione femminile. E questo è possibile grazie a GasArti e alle tante associazioni del territorio che ringrazio perché hanno deciso di prendere parte attivamente a questo progetto per provare ad avere un’altra prospettiva, vedere un altro punto di vista e sviluppare un altro tipo di riconducibilità al ricordo”.

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