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I “borghi” che vorrei, Parrella punta su Montecalvoli: cinque bandi per rilanciare la frazione

Un ristorante e un negozio in centro. In arrivo anche una Galleria della patata, con serate a tema e show cooking

Il Borgo che vorrei raddoppia e guarda verso Montecalvoli: sono cinque i bandi in arrivo dal Comune di Santa Maria a Monte che prevedono dei finanziamenti, grazie anche alla Regione Toscana, per chi decide di aprire ristoranti, bar, attività alimentari o negozi di vendita al dettaglio.

Un rilancio voluto dall’amministrazione comunale per far fronte ai fenomeni di spopolamento che colpiscono il secondo borgo di Santa Maria a Monte, in modo tale da rivitalizzare il tessuto commerciale e, perché no, incentivare il turismo. D’altronde, fino a non molto tempo fa Montecalvoli era Comune a sé: solo poco più di 150 anni fa, nel 1868, i due palazzi comunali sono stati accorpati.

Un occhio di riguardo per Montecalvoli

“Questa volta – ha spiegato il sindaco Ilaria Parrella – l’obiettivo è quello di continuare a prendersi cura dei due centri storici del comune tramite l’apertura di nuovi bandi, ma anche di intervenire in maniera più mirata sul centro storico di Montecalvoli per riqualificare il tessuto commerciale del luogo. Il borgo di Montecalvoli presenta, infatti, una conformazione morfologica diversa rispetto al capoluogo che merita di essere valorizzata”.

Alla frazione sono dedicati due importanti bandi, inserite negli ambiti che potrebbero avere maggiore successo: uno riguarda dei contributi per l’apertura di ristoranti, pizzeria, pub, bar e attività di somministrazione in generale. Tra queste, vengono ricompresi anche gli home restaurant professionali, apertura significativa verso un modello di successo in espansione. Questo segno di apertura da parte dell’amministrazione verso un nuovo modo di fare ristorazione prevede, però, un vincolo: che con il tempo l’home restaurant diventi un’attività inquadrata nelle forme classiche. In sostanza, si prevede la possibilità, per un periodo limitato di tempo, di aprire un home restaurant professionale come incentivo a trasformarlo poi in qualcosa di stabile. L’altro bando dedicato a Montecalvoli alto punta a trovare dei locali pronti all’uso o con qualche ritocco da fare che possano ospitare dei negozi di vendita al dettaglio, attività commerciali.

Ci sono poi quelli che sono diventati dei “classici”, cioè i due bandi dedicati a entrambi i borghi del Comune che riguardano l’apertura dei sotterranei e delle cantine per le visite turistiche in estate e, l’altro, per la cura delle piante in vaso.

Avviato nel 2016, il Borgo che vorrei non smette di esplorare nuovi ambiti, cercando di dare spunti innovativi a chi è pronto a coglierli. Anche per Santa Maria a Monte capoluogo, infatti, è prevista un’importante novità: la Galleria della patata, una sorta di museo per promuovere e valorizzare il prodotto tipico della Chiocciola. Un bando aperto ad associazioni e comitati operanti nel Comune prevede la possibilità di installare una mostra permanente avente come protagonista il prodotto per cui il borgo è noto: la patata, appunto. Con fotografie, pannelli informativi e prodotti locali, la galleria sarà arricchita da eventi di show cooking organizzati con vari attori: scuole di cucina, aziende agricole, ma anche birrifici e apicoltori (che producono birra e miele alla patata).

Non solo ristoranti e negozi, quindi. Negli ultimi sei anni a Santa Maria a Monte hanno aperto attività di tutti i tipi: un atelier di moda, a cui da poco è seguita una scuola di sartoria, strutture ricettive, tatuatori, alimentari ed esposizioni d’arte. Una varietà che rende l’idea dello sforzo profuso per attirare visitatori e soddisfare i gusti e le aspettative di tutti. Questi sono gli ultimi giorni per presentare domanda di partecipazione ai cinque bandi pubblicati sul sito del Comune, con la collaborazione e il sostegno della Regione Toscana per la realizzazione di progetti in materia di sicurezza integrata, in scadenza il prossimo 30 gennaio (tranne per il bando riguardante le piante in vaso che ha scadenza 30 giugno 2023). Le domande vanno presentate tramite raccomandata con avviso di ricevimento, Pec, o all’ufficio protocollo del comune.

Lo strumento utilizzato è da sempre il baratto amministrativo, punto di forza del borgo che vorrei che in passato è stato apprezzato anche in ambiti accademici. Il funzionamento è semplice: chi decide di aprire usufruisce di locali non pagando l’affitto ai proprietari per i primi tre anni, tempo necessario a ingranare. Dopodiché, il resto lo fa il Comune con sgravi sulle imposte locali sia per i neo commercianti che per i proprietari. Questo strumento è stato la chiave per molti progetti: dalle fioriere “adottate” dai cittadini, fino ai progetti strutturati con le associazioni.

Ma non è tutto: in cantiere c’è anche un sito internet, svincolato da quello istituzionale, che ha lo scopo di raccogliere tutte le informazioni necessarie a chi arriva a Santa Maria a Monte e vuole spendere un pomeriggio in un’attività. Quindi saranno raccolti in un’unica piattaforma ristoranti, negozi, strutture ricettive, eventi, luoghi da visitare e tanto altro.

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