Dalla Valdera all’Iraq per aiutare gli sfollati

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Dalla Valdera all’Iraq per portare avanti le attività previste da un importante progetto di cooperazione internazionale finanziato dall’Unione Europea.

Sabato 12 settembre Carla Cocilova di Arci e Giovanni Forte per l’Unione dei Comuni si recheranno nel Kurdistan iracheno per un progetto possibile anche grazie a un partenariato composto da Un Ponte per… , Tavola della pace e della cooperazione della Valdera, comune e provincia di Pisa e vuole creare centri giovanili aperti a tutte le minoranze presenti nell’area, basati su una nuova e più costruttiva relazione tra società civile e autorità locali. Il progetto, iniziato nel 2014, è diventato molto importante in questa difficile fase per il Medio Oriente. Infatti gli interventi si svolgono proprio in quelle zone in cui si sono rifugiati migliaia di sfollati, per lo più appartenenti a minoranze etniche e religiose, fuggiti alla barbarie dell’Isis. E proprio dai molti giovani che conoscono da vicino cos’è un conflitto e cosa significa vivere in un contesto violento, occorre ripartire, per costruire una società migliore, basata sul dialogo, sulla comprensione reciproca e sul rispetto dei diritti di ognuno, anche in Iraq. La missione si protrarrà fino al 16 settembre e prevede alcuni incontri con i giovani che frequenteranno e gestiranno i due centri che inizieranno a breve le loro attività. Ci sarà un confronto sui piani operativi e, soprattutto, uno scambio di vedute con le autorità curde, per rappresentare l’importanza di un impegno comune a sostegno del progetto.
“L’Unione Valdera – spiega il presidente dell’Unione Simone Millozzi – in questo momento storico in cui milioni di persone in fuga dalle atrocità delle guerre tendono la mano verso l’Europa chiedendo aiuto, conferma con convinzione la propria tradizione di accoglienza e di sostegno, che deve manifestarsi sia sul nostro territorio che nei luoghi da cui traggono origine questi flussi migratori epocali. Si tratta di due azioni egualmente fondamentali: accogliere qui chi è perseguitato o minacciato e creare là le condizioni perchè un giorno tutto ciò finisca. Per questa prospettiva di civiltà, Unione e Arci mettono a disposizione del progetto le risorse umane più esperte di cui dispongono”.

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