Robotica educativa, insegnanti a scuola di tecnologia

Sono 400 i docenti delle scuole toscane di ogni ordine e grado che hanno iniziato oggi 9 novembre un corso di alta formazione alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. In alcune classi delle scuole d’Italia la tecnologia sta arrivando, trovando spesso docenti impreparati. Non i 400 che hanno partecipato all’iniziativa di formazione e di aggiornamento che rientra nelle opportunità nell’accordo sottoscritto tra l’Istituto di BioRobotica della Sant’Anna, l’Università di Firenze e la Regione Toscana, che ha finanziato il progetto alla base della “Rete regionale sulla robotica educativa delle scuole toscane”, con il coinvolgimento del Ministero dell’Istruzione, Università, Ricerca. Alla giornata di apertura del corso riservato agli insegnanti, che prevede 32 ore di lezione, hanno partecipato Paolo Dario, direttore dell’Istituto di BioRobotica, a cui sono stati affidati i saluti e gli onori di casa, Monica Barni, vicepresidente e assessore regionale alla ricerca e università, Antonio Calvani del Dipartimento di Scienze della formazione e psicologia dell’Università di Firenze, Claudio Bacaloni, vice-direttore dell’Ufficio scolastico regionale della toscana.

I vantaggi della “robotica educativa” saranno evidenti soprattutto per gli studenti, mentre gli insegnanti potranno essere coinvolti in un processo che ne valorizzerà il ruolo e le competenze. La “robotica educativa”, infatti, potrà diventare il mezzo che agevolerà l’apprendimento o, addirittura, può trasformare lo stesso robot in un tutor per agevolare l’apprendimento delle materie curricolari e affini a quelle scientifiche e tecnologiche. La robotica può diventare utile anche per coinvolgere in materie come la letteratura italiana, le lingue straniere, la filosofia la geografia, adattandosi agli obiettivi didattici e pedagogici di ciascuna fascia d’età, oltre a favorire la capacità di orientamento degli studenti verso il mondo della ricerca nei settori scientifici e tecnologici e per educare le nuove generazioni agli sviluppi del progresso scientifico e tecnologico. In questo contesto, la “robotica educativa”potrà trasmettere conoscenze utili per un uso responsabile della scienza e tecnologia da parte dei più giovani. “La nostra sfida – commenta Paolo Dario dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna – è contribuire alla trasformazione del sistema scolastico per ‘adattarlo’ alle esigenze che richiede l’educazione del XXIsecolo. In tutto il mondo si fronteggia la sfida dell’innovazione educativa per portare la scuola a fornire conoscenze e competenze per preparare i giovani a soddisfare le domande del lavoro e della vita nella ‘società della conoscenza’. La ricerca e l’innovazione, soprattutto nel campo della robotica, settore ormai presente in tutti gli aspetti che caratterizzano lo sviluppo e il progresso, possono essere strumenti efficaci per agevolare l’apprendimento e stilarne modelli di analisi e di valutazione, nell’interesse esclusivo dei docenti e degli allievi”. “L’introduzione della robotica nella scuola – sottolinea Antonio Calvani del Dipartimento di Scienze della formazione e psicologia dell’Università di Firenze – può rappresentare una buona opportunità per sviluppare nuove abilità cognitive e competenze trasversali, rilevanti nella società contemporanea. E’ opportuno tuttavia accompagnare tale introduzione con una consapevole finalizzazione pedagogica, una adeguata declinazione curricolare e una definizione precisa degli obiettivi da raggiungere, prendendo le distanze dall’attrazione di superficie che un argomento del genere può esercitare”. “Siamo qui per creare un ponte – aggiunge il vice presidente e assessore regionale alla ricerca e università, Monica Barni – tra le scuole toscane, i centri di ricerca, le università e le aziende. Da questo punto di vista la robotica educativa rappresenta un’occasione preziosa per gli insegnanti che partecipano al corso organizzato dalla scuola superiore Sant’Anna di Pisa, per aggiornare le loro metodologie didattiche con una delle opportunità più avanzate che la tecnologia mette a nostra disposizione in un settore, quello della robotica, in forte crescita. L’auspicio è che con questo corso si riescano a piantare nuovi semi capaci di dare buoni frutti in numerosi campi, penso ad esempio a quello dell’integrazione degli alunni diversamente abili, ma anche a quello dell’educazione al lavoro di gruppo, allo sviluppo della creatività, all’imparare facendo e alle migliori tecniche di coinvolgimento attivo: tutte buone pratiche che sta al mondo della scuola di utilizzare, diffondere, condividere”.

 

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