Qualità dell’aria, i rimedi secondo Arpat

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“Promuovere azioni utili a contrastare l’attuale situazione. In condizioni di emergenza sembra opportuno assumere iniziative che vadano anche al di là dell’ordinario”. Lo ha detto la direttore generale di Arpat Maria Sargentini dopo i dati sulla qualità dell’aria (leggi qui Qualità dell’aria: Santa Croce prima per sforamenti Pm10). Negli ultimi anni comunque, secondo Arpat, la qualità dell’aria in Toscana è migliorata e anche l’emergenza di queste settimane registra livelli inferiori a quelli che interessano la Pianura Padana.

“La norma europea e italiana – ricorda Arpat – prevede che il conteggio dei superamenti del limite giornaliero del Pm10 sia considerato sulla base dell’anno solare, quindi al 31 dicembre la situazione formalmente si azzererebbe, ma ciò, alla luce della situazione di emergenza in corso, appare contrario al buon senso e alla salvaguardia della salute dei cittadini. Per questo Arpat auspica che si tenga conto di ciò e si faccia in modo che tale conteggio, sulla cui base i comuni devono adottare misure di salvaguardia, sia effettuato per tali finalità sulla base degli ultimi 12 mesi e non dell’anno solare. In questo modo, tutta la stagione autunno-invernale (settembre-aprile), in cui si manifestano maggiori livelli di inquinamento atmosferico, sarebbe considerata in modo unitario e non ci sarebbe alcun azzeramento formale con l’inizio del nuovo anno”. Infine l’Agenzia, tenuto conto della revisione delle norme regionali in materia che entreranno in vigore a gennaio, con la ridefinizione delle aree omogenee e l’estensione del numero di comuni che devono adottare interventi per contrastare l’inquinamento atmosferico, auspica che – al di là degli aspetti formali – si dia seguito in anticipo alle novità previste, applicando il principio di precauzione. “D’altra parte – spiega – la stessa delibera prevede che E’ fatta salva la potestà del sindaco di intervenire con ulteriore anticipo nei casi in cui lo riterrà opportuno, per quanto di competenza, anche in relazione al perdurare del fenomeno e della relativa intensità”. Le fonti dell’inquinamento atmosferico e in particolare delle polveri sottili sono sostanzialmente due nelle nostre città: il traffico e il riscaldamento. Influenzate a loro volta dalle condizioni climatiche: assenza di pioggia e di vento, alta pressione (la situazione anomala di questi mesi invernali) ne favoriscono la concentrazione e la persistenza. Si combattono spostando la mobilità delle persone e delle merci dai mezzi privati e più inquinanti a mezzi collettivi ed ecologici, in particolare su rotaia e superando i riscaldamenti a gasolio e a legna e favorendo l’introduzione di sistemi meno inquinanti. Tuttavia, in presenza di situazioni persistenti di superamenti dei limiti, quali quelle registrate ormai da diverse settimane, sono necessari anche interventi di emergenza, che – pur non essendo risolutivi – tuttavia sono rivolti ad attenuare almeno temporaneamente i livelli di inquinamento, che se persistenti potrebbero avere effetti negativi sulla salute delle persone. Anche negli interventi di emergenza è necessario privilegiare misure che limitino le fonti più rilevanti di inquinamento nelle varie zone del territorio. Nell’ultimo mese, in tutta la Toscana si sono registrati 313 superamenti del limite giornaliero di 50 microgrammi/metro cubo fissato dalla normativa europea e italiana. In 14 casi il valore superato è il doppio del limite. Le aree interessate dai superamenti sono essenzialmente tutte quelle della pianura centrale lungo la valle dell’Arno, come emerge esaminando la situazione nelle 6 aree omogenee in cui è diviso il territorio regionale: 113 superamenti nel Valdarno pisano e Piana lucchese a fronte, per esempio, dei 17 della zona costiera e 11 della zona collinare-montana.

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