Imprese del Cuoio in calo: spariscono commercio e calzatura

In testa ai comuni con un saldo negativo ci sono Santa Croce e Santa Maria a Monte, rispettivamente con una perdita di 19 e di 11 attività nel bilancio tra imprese iscritte e imprese cessate. Il tutto in un territorio, quello del Valdarno, che complessivamente mette assieme un calo di 17 unità. Sono i dati della Camera di commercio di Pisa sulla crescita imprenditoriale pisana nel secondo trimestre del 2016.
Un tasso di crescita in forte rallentamento rispetto allo scorso anno, con un +0,2 per cento in virtù di un saldo fra imprese iscritte e cessate che resta in positivo per sole 96 unità (a fronte di un valore medio 2009-2015 prossimo alle 500). Numeri che fanno scendere il territorio pisano al di sotto della media sia regionale che nazionale che si assesta, in entrambe i casi, al +0,8%. In tutto questo, a segnare il risultato peggiore è la Valdera con un -19 attività, seguita a stretto giro dal Valdarno con un -17. A soffrire di più è il commercio, che in appena tre mesi, in provincia di Pisa, perde 71 negozi al dettaglio e 26 all’ingrosso, contro un aumento, invece, nei settori dell’agricoltura e del turismo. Nel manifatturiero non si ferma la crisi della calzatura, che perde in tutto 17 attività.
A determinare tale rallentamento è soprattutto il calo delle iscrizioni, per le quali si osserva una progressiva diminuzione che ha portato il tasso di natalità al 6,1%: il valore più basso da quando la serie è disponibile (1998). Le cessazioni, invece, hanno ripreso a crescere, ed il tasso di “mortalità”, pur restando al di sotto dei valori toccati nel 2012, si porta al 5,9%.
Bene agricoltura e turismo, arretrano commercio e calzatura
Il complessivo saldo imprenditoriale resta in positivo grazie ai servizi (+144 imprese in termini assoluti, per un tasso di crescita dal +0,6%) ed all’agricoltura (+51 imprese e +1,4%), mentre resta leggermente negativo il bilancio dell’edilizia (-24 e -0,4%) e stazionario quello dell’industria in senso stretto (-3 imprese e -0,1%).
Tra i servizi primeggiano le attività legate al turismo come la ristorazione (+84 unità fra giugno 2015 e giugno 2016) e la ricettività (+22 le imprese che si occupano di alloggi). Tuttavia, sempre tra i servizi, avanzano le attività professionali, scientifiche e tecniche (+15), quelle artistiche, sportive e di intrattenimento (+17) e le “altre” attività (+22) costituite principalmente dai servizi alla persona. Negativo, invece ,il saldo per il commercio, tanto quello al dettaglio (-71, con la componente degli ambulanti che arretra di 38 unità) che all’ingrosso (-26). Nel manifatturiero i saldi negativi più consistenti si registrano per il comparto delle calzature (-17 unità) e dei metalli (-6), cui si affianca la leggera flessione dei mobili (-2), solo in parte controbilanciati dal bilancio positivo registrato per concia (+4) e meccanica (+3).
Crescono le società di capitale, in flessione le ditte individuali e gli artigiani
La leggera crescita del sistema imprenditoriale pisano risulta interamente riconducibile all’espansione delle società di capitale, con un incremento di 325 unità in termini assoluti che equivale ad un tasso del +2,9% (comunque in frenata rispetto al +3,2% del precedente trimestre). Continua invece la flessione per le società di persone (-85 unità) e per le imprese individuali (-143), a loro volta fortemente penalizzate dalle persistenti difficoltà del sistema artigiano (-123 unità e -1,2%).
La frenata del comprensorio del Cuoio
A livello territoriale, il saldo si mantiene in positivo grazie soprattutto all’apprto dell’Area pisana (+111 imprese) e della Val di Cecina (+21), per un tasso di crescita che in entrambi i casi si attesta al +0,6%. Arretrano invece sia il Valdarno Inferiore (-17 unità) che la Val d’Era (-19), per tassi di crescita che, per quanto di modesta entità (rispettivamente -0,2% e -0,1%), segnano comunque un’inversione di tendenza rispetto al trimestre precedente.
A livello comunale, il contributo più consistente, in senso positivo, continua a provenire da Pisa, anche se il saldo annualizzato di giugno 2016 (+63 il saldo fra imprese iscritte e cessate) appare nettamente inferiore rispetto a quello di marzo 2016 (+103). Seguono poi Cascina (+31) e Volterra (+18), che evidenziano rispettivamente un rallentamento ed un’accelerazione della crescita imprenditoriale (il saldo annualizzato di Volterra era pari a +5 a marzo 2016).
Gli apporti negativi provengono invece da Santa Croce sull’Arno (-19), Santa Maria a Monte (-11) e Pontedera (-8). Fra i comuni più grandi della provincia (almeno 2mila imprese registrate a giugno 2016), risulta inoltre stazionaria la situazione di San Miniato (-1) e San Giuliano Terme (saldo pari a zero). Per tutti i principali comuni della provincia si registra comunque un peggioramento del saldo iscritte-cessate rispetto al precedente trimestre.
Il commento del presidente Tamburini
“I dati sulla nati-mortalità d’impresa – afferma il presidente della Camera di commercio di Pisa Valter Tamburini – confermano la sensazione di un’economia che, a tutti i livelli territoriali, stenta a ripartire. Tuttavia il fatto che la crescita del tessuto imprenditoriale sia sostenuta dai servizi legati al turismo, allo svago e all’agricoltura ci spinge a continuare il nostro lavoro per rendere più agevole, rapida e diffusa la scelta di creare un’attività in questi comparti. In concreto i nostri uffici e quelle della nostra Azienda Speciale Assefi, sono a disposizione delle imprese e delle istituzioni per fornire percorsi formativi sulle nuove tendenze dei mercati e per lavorare assieme su interventi che puntino alla promozione integrata della provincia di Pisa”.